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Il caso

Prende a martellate la moglie e si butta di sotto: «Forse voleva farla finita per entrambi»

Convalidato l’arresto di Valter Garnero: dovrebbe andare in carcere ma resta grave al Cto

Prende a martellate la moglie e si butta di sotto: «Forse voleva farla finita per entrambi»

Lui è ancora in condizioni gravissime al Cto, eppure in tribunale si è discusso del suo destino: il giudice Antonio Borretta ha convalidato l’arresto di Valter Garnero, accusato del tentato omicidio della moglie Cristina Pentenero. E, come richiesto dal pubblico ministero Alessandro Aghemo, ha disposto la custodia cautelare in carcere. Ma ovviamente il 60enne, capo dell’ufficio tecnico del Comune di Carignano, resterà in ospedale nella speranza che le sue condizioni migliorino dopo quanto successo alle 7 di lunedì.

Quella mattina Garnero, con ancora addosso il pigiama, ha impugnato il martello, è andato in cucina e ha colpito la moglie Cristina Pentenero, 53 anni, anche lei impiegata in municipio a Carignano (all’ufficio Anagrafe). Poi si è lanciato nel vuoto dal balcone al terzo piano del loro appartamento, al civico 57 di via Umberto I, a Carignano.

La figlia e i vicini di casa hanno subito chiamato i soccorsi e l’architetto Garnero è stato trasportato in elicottero al Cto, dov’è ancora ricoverato in coma farmacologico dopo una serie di operazioni. Invece la moglie non è in condizioni gravi: la 53enne ha riportato solo ferite superficiali ed è stata medicata all’ospedale Santa Croce di Moncalieri.

Le indagini su quanto successo sono affidate ai carabinieri di Carignano e Moncalieri, coordinati dal pm Aghemo. Il quale ha disposto l’arresto del 60enne per tentato omicidio, alla luce di quanto raccontato dalla moglie. E ieri, durante l’udienza di convalida, sono emerse le prime ipotesi su cosa abbia scatenato la furia dell’uomo, che nessuno riesce a spiegarsi in paese (dov’è molto conosciuto per il suo lavoro in Comune): «La vicenda non si inserisce in un rapporto conflittuale ma in una questione di salute del signor Garnero, che da un anno soffre di depressione - riporta l’avvocato Roberto Mordà, legale designato d’ufficio per difendere il 60enne - Dai referti medici emerge questa sofferenza che stava diventando sempre più grave: lo ha consumato e in questi casi è possibile una escalation molto pericolosa, che può provocare danni alla persona e ad altri». Quindi non sono emersi precedenti conflitti all’interno della coppia. Quindi resta il dubbio su cosa sia scattato nella testa dell’architetto comunale e se il suo gesto potesse essere evitato: «Una delle possibili ipotesi è che volesse farla finita e portare la moglie con sé - allarga le braccia Mordà - Quella era una mattina come tante altre ma può essere che abbia avuto un “corto circuito”: purtroppo con la depressione non si sa cosa possa scattare e possono capitare questi “suicidi allargati”».

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