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AMORE, FEDE & SOLDI

Il prete innamorato lascia la tonaca ma finisce nella bufera: «Ha svuotato le casse»

Dalle Langhe emerge un retroscena sulla storia di don Tomas Hlavaty, che si è dimesso perché aspetta un figlio

Il prete innamorato si dimette e finisce nella bufera: «Ci sono conti azzerati nelle parrocchie»

Nel riquadro, Tomas Hlavaty. Dietro, la chiesa dei battuti e la chiesa parrocchiale di Cravanzana (fonte Wikipedia)

Altro che vino, nocciole e tartufi, nei paesi dell'Alta Langa c'è un argomento che più di tutti tiene banco da mesi: la decisione di don Tomas Hlavaty di abbandonare il sacerdozio e dimettersi da amministratore parrocchiale perché innamorato di una donna e in attesa di un figlio da lei. Una scelta preceduta da mesi di voci e dicerie e poi annunciata ufficialmente a fine agosto dalla Curia di Alba, che ha sconvolto le comunità di Feisoglio, Borgomale, Bosia, Castino, Cravanzana e Niella Belbo. Ma non è l'ultima sorpresa dell'ormai ex don Tomas, tornato in questi giorni sulle bocche dei suoi vecchi parrocchiani per un altro motivo. Altre voci, che ora stanno diventando qualcosa di più: «Ha lasciato debiti e conti azzerati, in quello della nostra parrocchia ci sono 97 euro» riporta il sindaco di Feisoglio, Piercarlo Biestro.

Prima di raccontare cosa sta succedendo in queste settimane in Alta Langa, bisogna fare un passo indietro e ricostruire la storia: don Tomas Hlavaty, slovacco di 44 anni e dal 2014 nella provincia di Cuneo, era amministratore parrocchiale a Feisoglio, Borgomale, Bosia, Castino, Cravanzana e Niella Belbo. In estate era iniziato un periodo di dubbi e qualche pettegolezzo fra i parrocchiani, visto che a quanto pare don Tomas non si vedeva in chiesa da un po'. «È malato» era stato detto, anche pubblicamente sulla pagina Facebook della lista civica dell'ex sindaco Simone Gallo.

 

A fine agosto, invece, è emersa la verità su quanto stava capitando: il parroco è innamorato e dà le dimissioni. Non solo: diventerà anche papà. È addirittura il vescovo in persona ad annunciarlo ai fedeli e al consiglio parrocchiale. Monsignor Marco Brunetti ha poi rilasciato una nota ufficiale in cui spiega quanto accaduto: «È stato don Tomas a chiedere al vescovo di poter lasciare il ministero e di avviare la procedura per la sua riduzione allo stato laicale, a seguito di una relazione sentimentale che lo vede coinvolto». Poi l'ex sacerdote ha scritto ai parrocchiani in cui spiega a tutti di essere innamorato e di non poter proseguire il suo ministero, aggiungendo che a dicembre avrà anche un figlio con la donna che lo ha spinto a cambiare vita.

Il vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti

Questa vicenda ha fatto il giro d'Italia poco più di un mese fa. Discorso chiuso? No, perché ora emergono dei retroscena dagli incontri che i rappresentanti della Curia stanno avendo per fare il punto nelle varie parrocchie: «Martedì abbiamo incontrato il vicario del vescovo, don Claudio Carena, l'economa Silvia Trinchero e il nuovo parroco, don Alin Toma - riporta il sindaco Biestro - Ci hanno parlato del problema degli ammanchi sui conti della parrocchia di Feisoglio: a quel giorno c'erano 97 euro sul conto corrente. Inoltre la parrocchia ha debiti per circa 11mila euro con i campi scuola e di 12mila con Estate bimbi. Questo è quanto "registrato", poi sembra che alcune donazioni non siano state conteggiate. Quindi l'ammanco totale potrebbe essere tra i 25mila e i 35mila euro». Ma è stato solo uno degli incontri: «Li hanno fatti in tutti i comuni: mi hanno riferito che in alcune parrocchie i conti sono a posto, in altre gli ammanchi sono anche più alti della nostra» riporta ancora Biestro. Il suo collega di Niella Belbo, Emanuele Sottimano, conferma: «Sì, c'è stato un incontro anche da noi e ce ne sarà un altro nei prossimi giorni. Stiamo ancora ricostruendo ma qualcosa manca anche nella nostra parrocchia, forse 10mila euro. E sul conto ora non c'è nulla: è da capire che fine abbiano fatto quei soldi, pare che ci siano anche dei trasferimenti tra una parrocchia e l'altra». Fa eccezione Ettore Secco, sindaco di Bosia: «So che c'è stato un incontro anche da noi e mi risulta che qui non ci siano problemi». Dice di saperne poco ma parla di conti a posto anche Marco Grasso di Borgomale. Antonio Iovieno, sindaco di Cravanzana, è informato della situazione però sceglie di non rilasciare dichiarazioni.

Piercarlo Biestro, sindaco di Feisoglio (Cuneo)

Biestro, invece, non si trattiene: «Fino a qualche mese fa stimavo don Tomas come parroco e credo che tanti la pensino come me. Ora siamo tutti arrabbiati e delusi perché forse si è rivelato solo un buon attore». Si riferisce alla scelta di lasciare il sacerdozio o a questi presunti ammanchi? «Tutte e due le cose. Siamo tutti fatti di carne e ci sta che un prete scelga di fare un'altra vita. Ma quello che ha fatto lui è grave. Per di più ora c'è anche il fatto che possa essersi impossessato di soldi di proprietà della chiesa, almeno a quanto sembra».

Ma la Curia cosa sta facendo? Dà una risposta il sindaco di Bosia: «So per certo che sta facendo il giro di indagini e di verifiche, poi tirerà le sue conclusioni ed eventualmente si rivolgerà alla magistratura: di solito dovrebbe funzionare così. Non entro nel merito e non parlo senza sapere. Anche perché si tratta di una vicenda delicata, che ha coinvolto un sacerdote che si è ritrovato a gestire sei parrocchie tutte insieme. Ma penso che, in un caso del genere, sia mancato anche un controllo da parte del consiglio pastorale ed economico». Contattata dal cronista, dalla Diocesi non ammettono neanche gli incontri riferiti dai sindaci e negano gli ammanchi: «Al momento non abbiamo nulla da dire». L'ex sacerdote sotto accusa, Tomas Hlavaty, non risponde al telefono. Il suo successore parla, non nega ma evita di intervenire: «So che c'è interesse su questa vicenda ma io non posso entrare in questi dettagli - riflette don Alin Toma - Non è il caso, la situazione è dolorosa per tutti. Per eventuali spiegazioni, bisogna chiedere alla Diocesi».

Riflette ancora Biestro: «L'impressione è che vogliano tenere questa storia in sordina, anche se in tutte le sedi i rappresentanti del vescovo hanno detto che la Diocesi ripianerà i debiti che si sono creati. Però non è giusto che finisca così perché, se uno ruba una gallina, il giorno dopo è in caserma. Farebbero più bella figura a essere sinceri e a dire le cose come stanno: la gente capirebbe di più e magari eviteremmo di far scappare ancora di più i fedeli».

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