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L'inchiesta

Corruzioni e favori a Porta Palazzo, nei guai la manager del Comune e il patron del Mercato centrale

Perquisizioni negli uffici dell'assessorato al Commercio. La difesa: «Siamo tranquilli»

Corruzioni e favori a Porta Palazzo, nei guai la manager del Comune e il patron del Mercato centrale

Mentre mercoledì mattina Stefano Lo Russo girava per Porta Palazzo e ascoltava le lamentele dei cittadini, la polizia entrava negli uffici dell'assessorato al Commercio. E cercava documenti proprio legati a piazza della Repubblica e alle gare su Mercato Centrale e Mercato ittico: le accuse sono corruzione e turbativa d'asta, contenute in un'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giovanni Caspani (nata come "costola" di quella sui mercatini di Natale e su Cioccolatò). E tra i dieci indagati ci sono Paola Virano, direttrice del dipartimento commercio del Comune, Umberto Montano, imprenditore e presidente di Mercato centrale.

Gli agenti del Sisco (la sezione investigativa del servizio centrale operativo della polizia) e della Squadra mobile hanno perquisito gli uffici per cercare conferma ai sospetti della Procura: la presunta turbativa, come si legge nel decreto di perquisizione, è infatti relativa all’asta pubblica del Comune «per la costituzione della proprietà superficiale per 99 anni per la valorizzazione del mercato coperto ovest o II ittico» di Porta Palazzo. Il bando per riaprire la struttura chiusa dal 2021, inizialmente da 2 milioni e 667 mila euro, risale al novembre 2023 ed è andato più volte deserto (quello nuovo scadrà i primi di novembre con una base d’asta abbassata a 1 milione 880 mila euro). Eppure c'erano due cordate di imprenditori interessate: secondo il pm, la dirigente e due privati «in concorso tra loro» sarebbero «direttamente e indirettamente» intervenuti «mediante collusioni dirette a risolvere le problematiche degli offerenti». Cioè «l’incapacità di depositare la cauzione provvisoria pari al 10 per cento del valore a base d’asta mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria». Visto che gli imprenditori non riuscivano a procurarsela in tempo, la gara sarebbe stata «fatta risultare deserta alla prima scadenza del termine e prorogata fino al 18 dicembre». Un «mezzo fraudolento» secondo gli inquirenti.
Paola Virano fa sapere di essere «molto tranquilla» perché convinta di aver «sempre operato per il bene della città e cercato di realizzare progetti per far crescere Torino». E anche il suo avvocato difensore, Roberto Capra, ribadisce la convinzione che «che gli accertamenti in corso dimostreranno la correttezza delle sue condotte».
La fiducia della super manager e del suo legale vale anche per l’ulteriori ipotesi di corruzione contestata dalla Procura, che tocca il Mercato centrale, coinvolge Montano e riguarda il canone da versare al Comune per la gestione della (costosa) struttura di piazza della Repubblica. L'imprenditore e l'ente pubblico, a quanto risulta, avrebbero trattato per mesi in modo da rateizzare un debito e far scendere di 1 milione di euro il canone pattuito a suo tempo Cioè quando Mercato Centrale è "sbarcato" a Torino nel 2010 grazie a una convenzione, poi modificata nel 2018.
C’è infine un terzo filone d'inchiesta che riguarda il comune di Trofarello, dove sono indagati il segretario comunale e il vice: in quel caso si ipotizza un concorso truccato per un posto amministrativo e sono contestati episodi di corruzione per il rilascio di titoli edilizi.
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