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Il caso
28 Ottobre 2024 - 09:06
Vigili del fuoco al lavoro ieri nel fienile di Rosta
«Non abbiamo parole, è la terza volta che ci bruciano qualcosa e ci fanno decine di migliaia di euro di danni. Colpa di questi piromani che ci sono in giro e che ora sono ritornati a colpire».
Mario Novero e sua moglie, agricoltori di Rosta, stringono i pugni e quasi non riescono a parlare. Troppo devastati dalla notte insonne, passata a vedere il fuoco che inghiottiva il loro fienile con dentro almeno 250 rotoballe di fieno. E con ancora negli occhi i precedenti incendi dolosi, nella loro azienda e in decine di altre sparse per la provincia di Torino.
Allarme alle 2.30
Dopo un periodo di “silenzio”, infatti, sembra che i piromani siano tornati a colpire. È una delle ipotesi su cui lavorano carabinieri e vigili del fuoco dopo l’incendio della scorsa notte in strada Cascina Invers, a Rosta, dov’è bruciato il capanno dei Novero a pochi passi dalla sede dell’azienda Buongiorno Italia. Più di tutti, ne sono convinti i titolari dell’azienda agricola: «In una notte di pioggia è difficile ipotizzare altre cause: sono balle fatte tra agosto e settembre, quindi è improbabile anche l’autocombustione. Non abbiamo nemici ma crediamo che qualcuno si sia divertito a innescare l’incendio».
L’allarme è scattato poco dopo le 2.30 della notte fra sabato e domenica, quando vigili del fuoco e carabinieri sono corsi in strada Cascina Invers. Hanno svegliato i Novero e hanno iniziato a lavorare per domare le fiamme. Sono intervenuti i pompieri del comando provinciale con le squadre di Rivoli, la “41”, Almese, Avigliana, le autobotti di Borgone e Mathi Canavese. Hanno lavorato tutta la notte per domare le fiamme, poi in mattinata sono arrivate a dare il cambio la squadra “22” dalla centrale di corso Regina Margherita e i volontari di Alpignano e Giaveno. Che hanno poi lavorato praticamente tutta la giornata.
«Siamo terrorizzati»
Ora le indagini sono in corso, anche per confrontare questo incendio con quelli appiccati negli ultimi due anni in varie zone della provincia. Un mese fa erano bruciati un fienile e due auto fra Alpignano e San Gillio, prima i piromani erano passati da Isolabella, Susa, Poirino, Riva presso Chieri e Rivoli, dove l’azienda agricola Scaglia è bruciata tre volte (nota perché la “madre” di Mac Bun): «È già successo a tanti, spesso anche quando piove» si sfoga Novero. Anche la vittima della scorsa notte è ormai abituato ai roghi, purtroppo: «Nel gennaio 2019 è bruciato un capannone da 200mila euro, per cui ne abbiamo ricevuti solo 70mila dall’assicurazione: il resto lo abbiamo coperto noi con mutuo. Un anno dopo è stata la volta fienile, che ora è andato di nuovo a fuoco: è un danno da 30mila euro per volta».
C’è tanta rabbia nelle parole della coppia di agricoltori: «Mio marito lavora sempre e non fa vacanze - si sfoga la la signora Novero, a un passo dalle lacrime - Fa male un danno del genere, che è economico ma anche morale e fisico. Mario ama la terra e questo lavoro ma ormai si guadagna poco e il gioco non vale la candela. Soprattutto perché ora abbiamo paura che la prossima volta diano fuoco alla casa. Siamo terrorizzati, ormai è diventato un incubo».
L’appello della signora è alle forze dell’ordine: «Devono trovare chi appicca questi incendi, non è possibile che vadano avanti così per anni. Io guardo dalla finestra, vedo il capannone e non vivo tranquilla».
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