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Il caso
02 Novembre 2024 - 18:00
Sicurezza zero in via Bologna. Nella foto l'assessore, Marco Porcedda
Appartamenti sgomberati e subito rioccupati, vandalismo, minacce e persino materiale esplosivo nascosto nelle cantine. La situazione nelle case popolari di via Bologna, nel quartiere Regio Parco, ha raggiunto nuovi picchi di insostenibilità, e mentre i residenti dei civici 265 e 267 scendono in cortile per protestare contro le condizioni di scarsa sicurezza in cui sono costretti a vivere, il Comune di Torino e l’Atc pensano a come risolvere il problema una volta per tutte.
Un ultimo tentativo era stato fatto lo scorso agosto, con nuovi controlli in loco e lo sgombero di un appartamento (subito rioccupato da un’altra famiglia di abusivi con minori al seguito), e altri interventi avvenuti nel corso dell’anno avevano permesso alle forze dell’ordine di effettuare cinque sequestri di merci di provenienza furtiva dalle cantine, controlli per furti di corrente elettrica, e addirittura lo sgombero di una cantina riempita con 800 chili di materiale esplodente tra cui petardi e fuochi d’artificio.
La situazione, però, non accenna a cambiare, e ora i residenti chiedono a gran voce l’utilizzo del pugno duro per liberare gli appartamenti occupati e rimettere in sicurezza l’area. «Siamo coscienti della situazione - afferma Marco Porcedda, assessore alla Legalità e alla Sicurezza, interpellato sul tema dal consigliere del Pd, Antonio Ledda - al momento ai civici 265 e 267 ci sono tre appartamenti occupati da abusivi, e altri liberi che intendiamo mettere in sicurezza per evitare ulteriori occupazioni. Procederemo gradualmente per risolvere i problemi segnalati».
Solo lo scorso ottobre alcune famiglie avevano segnalato un furto di corrente. Nel mirino gli allacci non autorizzati al contatore del condominio, utili per avere la luce gratis a spese delle famiglie regolarmente assegnatarie di un alloggio. E risale a qualche settimana fa, durante un intervento di pulizia, il ritrovamento di un fucile.
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