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L'accordo

«Fuori la mafia dai cantieri»: accordo fra Procura e Prefettura per fermare i clan

Dall'inizio dell'anno ci sono stati 22 provvedimenti antimafia, soprattutto in ambito edilizio

«No alla mafia nei cantieri»: accordo fra Procura e Prefettura per fermare i clan

Grande attenzione ai cantieri, e più in generale al mondo del lavoro, per scongiurare le possibili intrusioni della criminalità organizzata in Piemonte: c’è anche questo risvolto nel protocollo firmato oggi a Torino dal prefetto, Donato Giovanni Cafagna, e dal magistrato Giovanni Bombardieri, capo della Dda e della procura torinese (alla presenza dei vertici locali delle forze dell'ordine).

L’iniziativa, che è l’articolazione locale di una intesa fra Ministero dell’Interno e Procura nazionale antimafia, «permetterà di rafforzare l’attività di raccolta e di scambio di informazioni», come sottolinea il prefetto Donato Cafagna. Che prosegue: «Già esiste ma ora diventa organica e sistematica, in modo da rendere il sistema economico impermeabile alle infiltrazioni».

Lo dimostrano i risultati ottenuti negli ultimi anni, con 22 provvedimenti antimafia solo nel 2024 (nel 2023 sono stati 29, l'anno precedente 39). Il grosso dell'attività riguarda il settore dell'edilizia e delle costruzioni, con interventi e anche accessi ai cantieri legati alla realizzazione della Tav Torino-Lione.

Si punta, per esempio, a fare entrare un pubblico ministero all’interno del gruppo interforze antimafia. Il procuratore Bombardieri ha messo l’accento sui cantieri perché «è nella catena dei subappalti che può annidarsi la presenza dei clan. E perché non è pensabile che uno ‘ndranghetista riesca ad aggiudicarsi un appalto a suo nome. Il Gruppo interforze, verificando chi e che cosa c’è in un cantiere, saprà fornire informazioni utili e spunti investigativi».

Alla firma del documento era presente anche Lucia Musti, procuratore generale del Piemonte: «Questo protocollo è molto importante e sarà apprezzato e condiviso da tutti i pubblici ministeri del nostro distretto. Siamo qui come una squadra in cui ciascuno dei suoi componenti, operando nel solco delle proprie competenze, collabora per affermare la legalità».

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