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Il caso
26 Novembre 2024 - 06:20
Gerardo Nilo si è suicidato o è stato ucciso? Per il momento resta il mistero. Perché, se il fratello Nicola è formalmente indagato, le prime analisi sul corpo della vittima non mostrano evidenze di un omicidio: stando a quanto emerge, ecchimosi e lesioni alla testa non sarebbero state causate da una colluttazione. E, in generale, non sarebbero state provocate da qualcun altro.
«Due forti boati»
Saranno comunque i risultati definitivi dell’autopsia, probabilmente, a chiudere il cerchio su quanto successo al 58enne Nilo, trovato senza vita sul pianerottolo al primo piano del palazzo popolare di corso Allamano 60/C. A chiamare i soccorsi, nella notte fra mercoledì e giovedì, è stato proprio Nicola. Ma, quando sono arrivati, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del 58enne Gerardo. Poi l’appartamento di famiglia è stato posto sotto sequestro e i carabinieri del Nucleo investigativo hanno ascoltato i vicini di casa. Una inquilina del terzo piano ha raccontato di aver avvertito un primo botto «fortissimo, come se fosse una bomba carta, seguito da un altro, ma più debole». E Nicola Nilo, il giorno successivo, è stato ascoltato per dieci ore dai carabinieri e dal sostituto procuratore Paolo Scafi, che coordina l’inchiesta. Al momento l’indagine è aperta per omicidio e gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi.
«Io sono innocente»
Il pm ha iscritto formalmente Nicola Nilo nel registro degli indagati, un atto di garanzia visto che poi ha affidato l’incarico di svolgere l’autopsia. Il medico legale incaricato, Roberto Testi, dovrà soprattutto spiegare cosa abbia provocato i lividi trovati sul cadavere. Che potrebbero far pensare anche a un omicidio, forse maturato in ambito familiare. E bisognerebbe approfondire anche il fatto che, a quanto sembra, il cadavere è stato spostato. In attesa degli esiti ufficiali, però, in questa prima fase gli esami sul corpo non mostrano evidenze che farebbero pensare alla mano di qualcuno.
L’indiziato numero uno resta Nicola Nilo, di due anni più grande del fratello e residente con lui e l’anziana madre nell’appartamento di famiglia, al secondo piano del complesso al confine con Grugliasco: «Sospettano di me ma sono innocente, Gerardo si è ucciso» ha dichiarato Nilo. Il quale, con l’iscrizione nel registro degli indagati, ha avuto anche la nomina di un avvocato d’ufficio, Gian Carlo Carrega (sempre come garanzia). La sua posizione resta quella dei primi giorni, condivisa anche dagli altri familiari: «Gerardo soffriva da tempo di depressione ma i medici non riuscivano a curarlo. Sono anni che proviamo a trovare una soluzione. Si è suicidato per i dolori».
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