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Via i nomi dai camici, ecco i vigilantes. L'Asl corre ai ripari dopo l'ennesima aggressione in ospedale

Il direttore generale dell’Asl To4: «Così tuteliamo chi è in prima linea»

Via i nomi dai camici, ecco i vigilantes. L'Asl corre ai ripari dopo l'ennesima aggressione in ospedale

Via i nomi dai camici, ecco i vigilantes. L'Asl corre ai ripari dopo l'ennesima aggressione in ospedale

L’aggressione ai danni di un infermiere del pronto soccorso di Cirié ha portato l’Asl To4 ad adottare il primo correttivo per tutelare medici e personale sanitario: modificare le etichette identificative dalle divise dei dipendenti del pronto soccorso.
In sostanza, con il passare delle settimane - «in maniera graduale», come si evince dalla nota diramata dalla direzione generale dell’azienda sanitaria che si occupa dell’area compresa fra Ciriè, le Valli di Lanzo, il Chivassese e l’Eporediese - nessun dipendente che opererà nell’area del pronto soccorso, potrà essere in alcun modo identificato in modo chiaro e inequivocabile, visto che mancheranno il nome e il cognome dalle etichette presenti sui camici.

«Massima solidarietà e vicinanza al collega, che ringraziamo per il prezioso lavoro quotidiano all’interno della struttura sanitaria di Ciriè», spiega il direttore generale dell’Asl To4, Stefano Scarpetta che ha anche precisato come questo provvedimento «sarà gradualmente operativo nel prossimo mese di dicembre, garantendo maggiore privacy e tutela ai colleghi più in prima linea». Contestualmente, però, la stessa Asl To4 ha fatto sapere come verranno ampliate, a breve giro di posta, sia la vigilanza privata dentro e fuori la struttura che il sistema di videosorveglianza, rinnovato con occhi elettronici più all’avanguardia. «Ma anche con un aumento dei passaggi da parte della polizia locale e dei carabinieri durante i rispettivi turni di servizio», tengono a precisare dall’azienda sanitaria.

Le situazioni di pericolo all’interno del nosocomio di via Battitore si ripetono da mesi. Nel febbraio scorso, ad esempio, un 28enne italiano in preda ai fumi dell’alcol aveva aggredito, picchiandoli, medici e infermieri del pronto soccorso ma anche i carabinieri che erano intervenuti per tranquillizzarlo. Una situazione che ebbe anche un ulteriore epilogo nei mesi successivi, visto che l’uomo denunciò la struttura sanitaria per essere stato sedato contro la sua volontà: del caso se ne sta occupando la Procura di Ivrea. E, ancora, sempre a marzo 2024, vennero aggrediti due agenti della polizia penitenziaria che stavano piantonando un detenuto straniero di 52 anni che non voleva essere sottoposto a Tso, creando scompiglio nel pronto soccorso, dove provò ad aggredire anche il personale sanitario. L’Asl To4 ha precisato come gli episodi di violenza «siano limitati rispetto alla media degli altri territori» come precisato durante l’incontro dello scorso 14 novembre con il Prefetto di Torino nell’ambito del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica riunitosi a Ivrea.

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