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Il caso
27 Novembre 2024 - 06:50
A quei ragazzini, di appena 15 anni, sembrava quello un vero “scherzo da prete”: suonare al citofono e ridere alle spalle di chi è stato svegliato dal campanello. Con l’aggiunta del fatto che la vittima era proprio un prete, monsignor Marino Basso. Per sfortuna di quei giovani pecettesi, non è stato lui ad affacciarsi. Bensì l'uomo che vive nella stessa casa del sacerdote, Villa Sacro Cuore. E non ha preso bene lo scherzo, tanto da scendere con la pistola in mano e minacciare i ragazzini. E, per questo motivo, si è ritrovato con una denuncia e senza l’arma, acquisita in via cautelare dai carabinieri della Stazione di Pino.
I fatti, ancora da confermare, risalgono ai primi giorni di novembre. E vedono coinvolti un gruppo di ragazzini e l'uomo che vive con il sacerdote nella dimora settecentesca di Villa Sacro Cuore (in un appartamento separato accanto alla chiesa di Pecetto). La loro bravata avrebbe scatenato la rabbia del coinquilino di monsignor Basso, che sarebbe sceso in strada con una pistola regolarmente detenuta. Poi si sarebbe scagliato contro i 15enni, prendendone di mira uno in particolare. Lo avrebbe minacciato e fatto salire in auto, salvo poi liberarlo poco dopo. Una ricostruzione che poi il ragazzino ha riferito ai genitori, andati a sporgere denuncia alla stazione di Pino (competente sul territorio di Pecetto).
A quel punto i carabinieri si sono presentati a Villa Sacro Cuore, hanno denunciato l'uomo per minaccia aggravata e hanno sequestrato la pistola, di cui lui ha regolare porto d’armi: «Ma no, era solo una scacciacani» si sarebbe difeso lui. Che, attraverso il suo avvocato Giuseppina Paragano, precisa che «non ci risultano fatti da chiarire avvenuti a inizio novembre». E l’avvocato Maurizio Caldararo, che assiste don Basso, aggiunge: «Se questi fatti sono veri, il parroco e la parrocchia ne sono totalmente estranei».
Saranno le indagini ad accertare le eventuali responsabilità di Simone, già coinvolto con il monsignore in un’altra vicenda delicata: i due sono indagati per concorso in furto pluriaggravato di opere d’arte. Il pubblico ministero Elisa Buffa li accusa, insieme ad altre tre persone, di aver sottratto tre arazzi custoditi alla Consolata (di cui don Basso è stato rettore tra il 2006 e il 2014). Sarebbero di origini fiamminghe, danneggiati dall’incendio del Duomo nel 1997 e poi trasportati alla Consolata per essere conservati al sicuro. Invece sono spariti. Non solo, l’inchiesta della pm Buffa cerca di fare chiarezza anche sulle sorti delle oltre 60 opere sparite dal convento francescano di Susa.
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