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Il colloquio
19 Dicembre 2024 - 08:50
«Per fortuna mio papà è una persona positiva e continua a dire che presto tornerà a guidare, andare in bici e giocare a calcio con i nipoti. Ma non potrà più farlo perché quelle due persone erano libere nonostante una lunga storia criminale».
A parlare è Giovanna, la figlia del 75enne trascinato dall’auto che due rapinatori noleggiavano proprio per “colpire” gli anziani (nome di fantasia). I due sono stati condannati per rapina e tentato omicidio e adesso i legali della famiglia chiederanno un risarcimento alla società di noleggio a lungo termine e alla compagnia di assicurazioni (in sede civile).
Intanto ai parenti del 75enne, che ora è invalido al 100%, resta l’amarezza: «Papà non si è buttato giù e ha recuperato parzialmente l’uso del braccio e della gamba destri - riflette Giovanna - Ma usa ancora un sollevatore per spostarsi dal letto alla carrozzina e quando riesce fa un paio di passi. Sogna di recuperare e noi non lo contraddiciamo ma di certo non tornerà più la persona che era prima del 3 maggio, quando c’è stata quella rapina fuori dalla palestra a Mirafiori». A fare rabbia è proprio il confronto con il “prima”, visto che il signor Antonio era attivo, faceva ginnastica, guidava, giocava con i nipoti e andava in bici: «Adesso è dura vederlo così». Soprattutto per un motivo, che aveva fatto sbottare Giovanna sin dai primi giorni: «Quando ho scoperto la storia criminale dei due responsabili, mi sono chiesta: “Perché non erano in carcere o non sono stati rispediti al loro Paese?”. Mio padre è stato solo l’ultimo e il più sfortunato di una lunga serie di vittime». Inoltre uno dei due era stato condannato a 4 mesi per un furto con destrezza e la pena detentiva era stata convertita in pecuniaria. Così lui pagava 10 euro al giorno usando il suo reddito di cittadinanza.
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