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Il caso
19 Dicembre 2024 - 06:20
Aveva appena finito il corso di ginnastica dolce e stava uscendo dalla palestra di via Gaidano 103, a Mirafiori. Perché il 75enne Antonio (nome di fantasia) era ancora molto attivo. Fino al 3 maggio, quando due uomini lo hanno preso di mira per portargli via il borsello. E lui, per evitarlo, si è aggrappato alla maniglia della Fiat 500 che i banditi affittavano da una società di noleggio a lungo termine: trascinato per 12 metri, è finito a terra e ha battuto la testa. Da allora ha girato tre ospedali prima di essere dimesso ed essere costretto a vivere in casa, fra letto e sedia a rotelle: invalido al 100% dopo una grave emorragia cerebrale. Un dramma che ha portato a un’inchiesta per rapina e per tentato omicidio, conclusa con la sentenza emessa martedì dalla giudice per le indagini preliminari, Valentina Rattazzo: il 44enne Aziz Byar è stato condannato a 7 anni e 4 mesi di carcere mentre il suo complice, il 52enne Mashid Mazoul, ne dovrà scontare 5 (entrambi hanno scelto il rito abbreviato, assistiti dagli avvocati Stefania Rullo e Roberto Doriguzzi Breatta). Insieme i due imputati dovrebbero versare a Antonio una provvisionale di 65mila euro, con cui la sua famiglia potrebbe coprire le spese di ricovero e ristrutturazione della casa di Grugliasco dove vive il 75enne. Molto meno di quanto chiesto dai suoi legali, che speravano in un risarcimento di oltre 1 milione di euro.
La vicenda, come detto, risale a poco più di sette mesi fa: erano le 11 di quel venerdì mattina quando il 75enne è uscito dalla palestra per tornare verso la casa di Grugliasco dove vive con la moglie. Stando a quanto ricostruito dalla Squadra mobile della polizia, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Scafi, i due marocchini noleggiavano da tempo una Fiat 500 L azzurra con specchietti e tetto bianchi. E avevano un obiettivo preciso, come dimostrano i movimenti precedenti dell’auto ma anche gli ulteriori procedimenti a carico di Mazoul e Byar: puntare anziani all’uscita da farmacie e supermercati per poi derubarli, come già avvenuto più volte in più occasioni senza che ci fosse alcun controllo.
Doveva succedere così anche ad Antonio: il 52enne è sceso e si è nascosto fra le auto mentre l’altro ha attirato l’attenzione dell’anziano dall’auto, chiedendogli indicazioni per il cimitero. Mentre rispondeva, il 75enne si è accorto che l’altro gli aveva preso la borsa della palestra e il borsello con dentro 40 euro, una carta di credito e un pacchetto di caramelle. E, istintivamente ha reagito: ha urlato «fermati, fermati» e si è aggrappato alla maniglia della 500. Il conducente non si è fermato, anzi è partito a tutta velocità e ha trascinato Mauro per circa 12 metri.
I due banditi sono poi riusciti a scappare mentre la loro vittima è finita prima al Cto, poi all’ospedale di Rivoli e infine al San Camillo. Ora è rientrato a casa e sta provando a recuperare una parziale autonomia ma per ora non cammina ed è totalmente dipendente dai parenti. Una «vita distrutta» come riportano i suoi legali. Ma ora è almeno arrivata la condanna dei due responsabili: loro si sono difesi dicendo di essere “solo” dei ladri, invece la giudice ha contestato loro la rapina impropria e il tentato omicidio perché Mauro poteva morire dopo essere stato trascinato per così tanti metri da un’auto in corsa.
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