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LA STORIA
31 Dicembre 2024 - 08:00
Foto di repertorio
Ha lavorato come supplente per un quarto di secolo: 25 anni da precario (su 60 di vita) mentre l'ultimo concorso risale al 2004. Per questo un professore torinese ha deciso di combattere e di fare causa al Ministero. Risultato, dieci giorni fa il giudice gli ha dato ragione e lui si è portato a casa un risarcimento record per il settore: 73.711,44 euro, tutti recuperati dal professore per il «perdurare del suo stato di precarietà malgrado ci fossero tutte le condizioni per assumerlo in ruolo», come riporta trionfante l'Anief, il sindacato degli insegnanti.
Come detto, ad aggiudicarsi questo risarcimento è un docente di religione cattolica che da 25 anni insegna nelle scuole di Torino e provincia (tra cui Pianezza). Si è rivolto all'Anief e a novembre 2023 ha presentato ricorso al tribunale del lavoro: sotto accusa, «la reiterazione di contratti a termine su cattedre vacanti e quindi in palese contrasto rispetto alle direttive europee e le indicazioni nazionali e sovranazionali, compresa la Costituzione, che combattono le mancate e ingiustificate immissioni in ruolo dopo un periodo di precariato di 36 mesi».
L'avvocato Giovanni Rinaldi, legale di Anief ha ricordato al giudice del lavoro la mancata applicazione della Direttiva dell'Unione europea del 1999 e le tante sentenze che hanno già condannato la nostra amministrazione scolastica, fino al recente deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per l’eccesso di supplenze e mancate stabilizzazioni: «Alla fine il giudice Nicola Tritta non ha fatto altro che applicare il nuovo regime sanzionatorio, contenuto nella legge 166 del 2024, pubblicata in Gazzetta ufficiale poco più di un mese fa per rispondere al deferimento della Ue: nella sentenza si spiega, infatti, che il Ministero dell’Istruzione è stato condannato al massimo della sanzione, pari a 24 mensilità. Crediamo che sia stato davvero un bel regalo di Natale per l nostro ricorrente, dopo tantissimi anni di ingiustizia subìta a causa della mancata stabilizzazione nei ruoli dello Stato italiano».
Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'Anief, interviene con un ragionamento a livello più ampio: «La verità è che il nostro Paese deve adeguarsi in fretta alle richieste che arrivano dell’Unione europea sulla stabilizzazione del personale della pubblica amministrazione. A partire da quello che lavora nella scuola: considerando le 250mila supplenze annuali che si ripetono ormai da anni, 1 insegnante su 4 non solo non è di ruolo ma rischia di andare in pensione da precario». Come stava per succedere al docente torinese, che ha 60 anni e quindi sta per terminare la sua carriera: «Non è più tollerabile l'abuso dei contratti a termine che penalizza i supplenti della scuola» conclude Pacifico.
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