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Il colloquio

«I morti sul lavoro? Perché si cerca il profitto»: va in pensione il pm "anti infortuni"

Da piazza San Carlo ad Askatasuna: il bilancio della carriera di Vincenzo Pacileo

«I morti sul lavoro? Perché si cerca il profitto»: va in pensione il pm "anti infortuni"

Dalla strage sul lavoro al caporalato, passando per piazza San Carlo: il procuratore Vincenzo Pacileo va in pensione e fa il bilancio della sua carriera. Partendo proprio dalla fine, cioè dal pool Salute e Sicurezza che ha guidato per 8 anni in Procura: «Sugli infortuni sul lavoro la situazione è allarmante, qui come nel resto d’Italia».

I numeri parlano di quasi 4mila feriti al mese solo nel Torinese: «Il problema principale è la ricerca del profitto: per risparmiare tempo e saldi, si risparmia sulla sicurezza». C’entra la crisi economica? «Solo in parte, visto che quest’emergenza va avanti da decenni». C’è un problema anche di mancati controlli? «L’Ispettorato del lavoro è stato molto potenziato e oggi manda una decina di segnalazioni al giorno. Ma la competenza sugli infortuni è degli Spresal, i servizi antinfortunistici delle Asl, che sono ridotti al lumicino». Possono funzionare la “patente a punti” per le imprese e l’inasprimento delle pene? «La storia del nostro Paese insegna che funziona poco e niente. Anche perché spesso si tratta di “grida manzoniane” a cui non fanno seguito i controlli. Anzi, rischia di essere controproducente perché i pochi “pizzicati” vengono puniti anche per gli altri».

Ora si parla tanto del reato di caporalato, dalle vigne ai circhi: «Si sta affermando anche nel Torinese, dove lo sfruttamento dei lavoratori riguarda logistica, supermercati e rider. Spesso la colpa è dei prezzi imposti dai grandi committenti, che spingono le imprese a tagliare i costi: il vizio è nel manico». Può aiutare il tanto discusso salario minimo? «Sì, se poi venisse rispettato sul serio».

Prima di indagare sugli infortuni, Pacileo si è dedicato alla sicurezza alimentare. Qual è la situazione in questo ambito? «Se devo giudicare in base alle notizie di reato che non arrivano, direi che si fanno pochi controlli: non posso credere che sia tutto a posto. Credo che agli imprenditori, soprattutto i piccoli, manchino la cultura e la sensibilità necessarie».

Il neo pensionato è noto per l’inchiesta sul disastro di piazza San Carlo, anche se lui tiene a precisare che «gran parte del merito va al collega Antonio Rinaudo». Le spiacerebbe essere ricordato solo per quell’inchiesta, che aveva portato a processo la sindaca Chiara Appendino e altri nove fra dirigenti e funzionari pubblici? «Mi spiace aver individuato delle responsabilità che poi non sono state riconosciute (alcuni degli imputati sono stati assolti, ndr). Però è un dato di fatto che, dopo la risonanza di quell’episodio, siano stati fatti dei passi in avanti».

Di recente si è occupato anche di Askatasuna e delle presunte violazioni in termini di sicurezza nel palazzo di corso Regina 49: «Non do giudizi ma, dopo 30 anni, sgomberare l’edificio avrebbe prodotto più problemi che risultati. Credo che il Comune faccia bene a cercare altre soluzioni».

DAL PAPÀ MAGISTRATO ALL'EREDITÀ DI GUARINIELLO: LA BIOGRAFIA DELL'EX PROCURATORE PACILEO

È entrato in magistratura nel 1985 e ha fatto prima il giudice e poi il pubblico ministero: 39 anni e mezzo con la toga, tutti a Torino. Ma Vincenzo Pacileo ce l’aveva nel sangue: «Mio padre Luciano era magistrato - spiega il procuratore, appena andato in pensione a 65 anni - È morto quando ero ragazzo ma credo che mi abbia comunque influenzato nella scelta di iscrivermi a Giurisprudenza. E, nonostante la grande stima per gli avvocati torinesi, quel ruolo non sarebbe stato nelle mie corde». Invece che bilancio fa degli anni da pm? «Ho amato il mio lavoro, ero molto interessato ai reati economici e alimentari, di cui mi sono occupato in passato. Poi mi sono appassionato al tema degli infortuni e delle malattie professionali, su cui mi sono concentrato di recente: cercare la causa dei reati colposi è complesso, affascinante e cruciale». Nel 2016 Pacileo è diventato procuratore aggiunto e capo del pool Salute e Sicurezza, subentrando a Raffaele Guariniello: ha sofferto questa eredità pesante? «Lui è talmente unico ed eccezionale che non si possono fare confronti».

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