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Diplomazia & Giustizia

Caso Sala, liberato l'Uomo dei droni: ecco perché

La richiesta di scarcerazione del ministro Nordio: "Non ci sono prove di reati punibili in Italia"

Caso Sala, liberato l'Uomo dei droni: torna in Iran

"Un malinteso che è stato risolto". Così l'agenzia di stampa iraniana Irna definisce l'arresto di Mohammad Abedini, fermato a Malpensa in esecuzione di un ordine di cattura internazionale di marca statunitense. L'ingegnere, detenuto a Opera, ha lasciato il carcere ed è già tornato in Iran.

In mattinata era stato lo stesso ministro Carlo Nordio a chiedere la revoca dell'arresto di Abedini, il cui nome era finito al centro del caso della prigionia di Cecilia Sala, la reporter italiana da pochi giorni tornata a casa dopo tre settimane in carcere a Teheran. Un arresto effettuato proprio come rappresaglia per quello di Abedini e la sua scarcerazione farebbe parte degli accordi per la liberazione della giornalista. L'agenzia Irna, citata da Askanews, dice che con l’intervento del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica e “i negoziati tra le unità competenti del Ministero dell’Informazione della Repubblica islamica e i servizi segreti italiani”, si legge, “il problema è stato risolto” e si è giunti “alla sua liberazione” e “al suo ritorno”.

La nota del ministro, con cui veniva chiesta la revoca dell'arresto per estradizione, spiega che “In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente”.

Secondo la stessa nota, “La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di ‘associazione a delinquere per violare l’IEEPA’ non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’” anch'esse non trovano corrispondenza.

Abedini, un ingegnere di 38 anni in possesso di un permesso di soggiorno in Svizzera e noto con il soprannome di "l'uomo dei droni", ha intrapreso la sua carriera nel 2011, subito dopo aver conseguito la laurea, fondando insieme a due soci l'azienda San'at Danesh Rahpooyan Aflak, conosciuta come Sdra. Nel 2015, si trasferisce a Losanna per lavorare come ricercatore e continua la sua attività commerciale acquistando componenti per sistemi di navigazione dagli Stati Uniti, destinati all'impiego su droni militari.

Nel 2018, Abedini sviluppa microtelecomandi che si trasformeranno nel sistema di navigazione Sepehr, adottato dai droni dei pasdaran. Nello stesso anno, fonda una nuova società svizzera, la SadraLab, attraverso la quale, stando alle accuse, avrebbe fornito supporti tecnologici ai pasdaran. Questa attività sarebbe stata condotta in collaborazione con un complice, naturalizzato statunitense, attualmente detenuto in un carcere negli Stati Uniti.

"Ho sempre creduto nella giustizia" ha affermato l'iraniano attraverso il suo legale. Ora resta la possibilità che il materiale che gli è stato sequestrato possa essere mandato negli Stati Uniti per rogatoria internazionale.

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