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Il caso

Scioperano gli operai metalmeccanici di Torino e provincia: «Non ci fermeremo»

Bloccate le fabbriche: i lavoratori protestano per chiedere il rinnovo del contratto

Scioperano gli operai metalmeccanici di Torino e provincia: «Non ci fermeremo»

Tutti fermi per il contratto: oggi gli operai metalmeccanici di Torino e provincia hanno incrociato le braccia per protestare contro la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo con Federmeccanica-Assistal. E, come non succedeva da tempo, lo sciopero è stato indetto dalle tre principale sigle sindacali e hanno aderito percentuali altissime di lavoratori.

Alla mobilitazione, firmata da Fim-Cils, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, hanno partecipato operai da praticamente tutte le aziende metalmeccaniche di Torino e provincia con presidi nelle aree industriali: Dana, Olsa, Thales Alenia Space, Leonardo Caselle, Icsa, Endurance, Saet, Alessio Tubi, Marelli, Webasto, Schneider, Sogefi, MA di Chivasso, Baomarc, Moviq, Elbi, Skf Industrie, Ethos, Microtecnica di Torino e Luserna, Aziende informatiche, Officine Vica, Hexagon Metrology, Petronas, Cecomp, Celmac, Avio Rivalta e Borgaretto. 

Il segretario generale Uilm Torino Luigi Paone chiede direttamente a Federmeccanica di “riaprire il tavolo sulla base delle nostre richieste”. Aggiunge: “Ribadiamo che gli undici punti contenuti nella nostra piattaforma sono imprescindibili, così come i 280 euro di richiesta economica per recuperare il potere d’acquisto dei lavoratori e il capitolo relativo alla riduzione di orario che ha l’obiettivo di redistribuire il lavoro”. Il problema, secondo Rocco Cutrì, segretario generale della Fim Cisl di Torino, è che Federmeccanica ha fatto una controproposta che comporterebbe un peggioramento delle condizioni attuali: “Si è verificato un evento piuttosto insolito - spiega Cutrì -. La controparte (Federmeccanica – Assistal) non ha risposto ai punti proposti dalla sigla, né ci ha messo nelle condizioni di avviare una trattativa. Al contrario, ci è stato presentato un documento che altera profondamente l’impianto attuale. Nelle condizioni attuali, firmare quel contratto significherebbe accettare un peggioramento rispetto alla situazione attuale. Ci aspettiamo che dalla prossima riunione giunga una convocazione e, soprattutto, un cambio di approccio alla trattativa”. Come Paone, anche Cutrì specifica che, se tutto ciò non accadrà, continueranno le mobilitazioni: "Oggi è una giornata importantissima per tutti i metalmeccanici che attraverso la mobilitazione stanno dando un messaggio estremamente chiaro: vogliamo il rinnovo del contratto". Conclude Edi Lazzisegretario generale della Fiom Cgil di Torino: "La rigidità delle aziende è totalmente ingiustificata, stanno decidendo di gettare benzina sul fuoco e questo non va bene. Ribatteremo colpo su colpo, intensificando gli scioperi e la loro articolazione fino a quando non otterremo il risultato".

Nelle stesse ore si sono fermati anche gli 800 lavoratori del reparto eDct di Mirafiori, dove si producono i cambi ibridi, uno dei pochi della fabbrica torinese in cui si lavora in questi giorni. Un'ora di serrata dalle 9,30 alle 10,30 per chiedere "migliori condizioni di lavoro". Lo rende noto la Fiom torinese che parla di "adesione totale" alla protesta, che fa seguito a quella fatta quest'estate per il caldo eccessivo: "Adesso in fabbrica fa freddo, i lavoratori hanno chiesto un intervento sull'impianto di riscaldamento, ma non c'è stato alcun provvedimento. E' una situazione inaccettabile, sarà solo l'inizio" spiega Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom torinese.

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