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La crisi dell'automotive

Auto, l'Europa stoppa il Green Deal? Ecco cosa succede dal 30 gennaio (e cosa chiedono i costruttori)

Da Mercedes a Stellantis, i gruppi dell'automotive agli incontri con la presidente Ursula von der Leyen

Auto, l'Europa stoppa il Green Deal? Ecco cosa succede dal 30 gennaio (e cosa chiedono i costruttori)

L'Europa si prepara a fare retromarcia sull'auto elettrica. O almeno a rivedere date e paletti per il settore automotive, con cui la Commissione Europea inizierà un confronto a partire dal 30 gennaio 2025. Lo scopo, spiegano dalla Commissione Europea, è "proteggere l'industria automobilistica europea e darle un futuro". Con i costruttori che hanno una lista di richieste ben chiara. Ecco in sostanza cosa accadrà. 

Dal 30 gennaio, dunque, la presidente Ursula von der Leyen inizierà una serie di confronti e incontri con i rappresentanti dell'industria automobilistica europea, a cominciare dai costruttori - intesi come Acea, l'associazione che li riunisce, ma anche come singole società - e dai fornitori per proseguire con le parti sociali e "altri stakeholder chiave".

Oltre a queste riunioni regolari, ci saranno gruppi di lavoro tematici presenteranno poi proposte dettagliate. Saranno inoltre condotte consultazioni più ampie con altre parti interessate del settore e altre parti della catena del valore dell'automotive. Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti durante tutto il processo.

I punti chiave sul tavolo sono innovazione, transizione pulita e decarbonizzazione, competitività e resilienza, relazioni commerciali e "parità di condizioni" internazionali, nonché semplificazione normativa e ottimizzazione dei processi. Per la Commissione Europea l'obiettivo è "garantire la competitività, la sostenibilità e la resilienza a lungo termine dell'industria automobilistica europea".

Ma cosa chiedono i costruttori? L'Acea, l'associazione dei costruttori europei ora presieduta da Ola Källenius, presidente del consiglio di amministrazione di Mercedes, chiede ovviamente di rivedere la road map verso la decarbonizzazione del settore, ma nei giorni scorsi è stata resa pubblica una lettera dello stesso Källenius in cui chiede all'Europa di riapprocciarsi in modo "realistico e flessibile" alla transizione ecologica, anziché ricorrere a minacce di sanzioni (come le multe da 15 miliardi in totale per il superamento dei limiti di CO2). 

L'Acea chiede che il cosiddetto Green Deal non sia solo una tematica ambientale, ma la via per un business redditizio. E in primo luogo si chiede l'introduzione a livello generale - e non solo per i singoli Paesi - di incentivi fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici, l’espansione delle infrastrutture di ricarica e regolamentazioni più semplici. 

Da segnalare che, in questa serie di incontri, sarà coinvolta anche Stellantis, dopo che John Elkann - a capo del comitato esecutivo che ha preso le mansioni del ceo Carlos Tavares che si è dimesso - ha riportato il Gruppo all'interno dell'associazione, riaprendo anche un dialogo per obiettivi comuni - ossia: rallentare la corsa all'elettrico, spostare la data di stop al motore endotermico - che Tavares aveva invece respinto.

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