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Automotive & Rumors
17 Gennaio 2025 - 07:20
In Stellantis sta per cominciare, ufficialmente, l'era post Tavares. A cominciare dal nuovo ceo, per la cui nomina sta operando uno speciale "gruppo di lavoro" all'interno del Gruppo. Ma secondo alcuni rumors, la scelta sarebbe più che orientata ormai. E sarebbe un italiano.
Già da prima che desse le dimissioni Tavares, la lotteria per il suo successore era in pieno fermento: i bookmaker di settore hanno continuato per mesi a dare indicazioni su vari nomi, fino a lasciare in lizza praticamente da solo Luca De Meo, l'attuale ceo di Renault, ex uomo Fiat (a lui si deve la Fiat 500) e soprattutto uomo di fiducia di Sergio Marchionne. Ora, però, sta emergendo un altro importante profilo che, non a caso, sarà il rappresentante del Gruppo alla cerimonia di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca (cerimonia per la quale, Stellantis ha donato un milione di dollari).
Non a caso, abbiamo scritto, perché il mercato americano è il quadrante strategico su cui si gioca la partita più importante di Stellantis. Anche più dell'Europa e dell'Italia (dove, grazie a rapporti diretti di John Elkann con la premier Giorgia Meloni, pare regnare una inedita concordia con il governo). Il calo delle consegne a fine 2024 lo dice chiaramente: -28% su base annua. Con profitti dimezzati. Il grande scoglio dove si è sfracellato Tavares, che si era inimicato azionisti (soprattutto di marca Chrysler) e sindacati.
L'uomo ora alla guida della navicella americana è Antonio Filosa, attualmente ceo del brand Jeep e responsabile delle operazioni in tutto il Nord America. In precedenza, aveva ricoperto l'incarico di coo, chief operating officer, per Stellantis in Sudamerica. Nato a Napoli, Antonio Filosa si è laureato in ingegneria al Politecnico di Milano, con un MBA al Fundação Dom Cabral, in Brasil.
È entrato in Fiat nel 1999, accumulando o una vasta esperienza internazionale operando in diversi settori come la produzione, l'approvvigionamento, la gestione della catena di fornitura, lo sviluppo di nuovi prodotti, il marketing e la gestione di progetti, tra gli altri. Questa esperienza internazionale si è sviluppata attraverso incarichi in vari Paesi come Spagna, Stati Uniti, Italia, Argentina e Brasile. È giunto in Brasile nel 2005 e, l'anno successivo, è entrato a far parte del team dello stabilimento Fiat Automotive a Betim, dove ha ricoperto posizioni dirigenziali nei settori della logistica, pianificazione strategica e approvvigionamenti, oltre a essere stato vice direttore della produzione. Inoltre, Filosa ha svolto il ruolo di direttore degli acquisti per l'America Latina e direttore generale di FCA in Argentina.
Il suo profilo sembra coniugare bene le competenze necessarie per due punti fondamentali della strategia che il gruppo esecutivo, guidato da John Elkann, sta portando avanti in attesa del nuovo ceo: recuperare quote di mercato in America (grazie ai nuovi prodotti Ram, principalmente) e rilanciare il brand Fiat sia in termini di gamma (con nuovi modelli o prolungando la vita di quelli più datati, anche se diesel) sia di immagine.
Da voci che abbiamo potuto raccogliere confidenzialmente all'interno del Gruppo, il suo è sicuramente uno dei profili sul tavolo e raccoglierebbe già notevoli consensi. Perché il nuovo ceo, dal momento che a quanto pare Luca De Meo ha nuovamente smentito la sua candidatura, deve mettere d'accordo i francesi di PSA (e dello Stato, cui invece il ceo di Renault piace, soprattutto a Macron) che mal vedrebbero un americano o comunque anglosassone (si parlava del ritorno dell'inglese Mike Manley o della "promozione" dell'attuale special advisor di Elkann, Richard Palmer) e gli americani, cui invece un italiano parrebbe il giusto compromesso. E sarebbe quel profilo "interno" auspicato da John Elkann.
Mentre sull'Italia potrebbe acquisire, accanto a Jean Philippe Imparato, capo di Europe Enlarged, un ruolo più importante anche il francese Arnaud Deboeuf, attuale chief manifacturing e supply chain del Gruppo, che nei giorni scorsi avrebbe visitato lo stabilimento di Mirafiori.
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