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L'analisi

John Elkann riparte da... Marchionne

Stellantis richiama un altro manager per il post Tavares: dopo Palmer, ecco Tim Kunikis per Ram. Ipotesi di spin off in USA?

Rilancio in USA o spin off? John Elkann riparte da... Marchionne

La nuova Stellantis ricomincia da... Marchionne. John Elkann, alla guida del comitato esecutivo che supplisce all'assenza del ceo dopo le dimissioni di Carlos Tavares, sta infatti richiamando in servizio e in ruoli chiave i manager dell'epoca di Sergio Marchionne in FCA. Con un occhio speciale al Nord America.

Il nuovo annuncio, arrivato nella mattinata di ieri, 9 dicembre, riguarda Tim Kunikis, già amministratore delegato di Dodge - suo il rilancio della Charger con il modello Daytona -, che diventa ceo del brand Ram, assolutamente strategico con i suoi pick up per il mercato a stelle e strisce. "La leva principale è che il marchio Ram abbia un amministratore delegato focalizzato esclusivamente su di esso" dice la nota del Gruppo. Spiegando che i cambiamenti "ci permetteranno di operare in una struttura che porterà i migliori risultati per la regione, sbloccando un potenziale significativo e vincendo sul mercato". Un mercato dove, negli ultimi mesi, Stellantis ha visto calare i suoi ricavi del 42%.

Kunikis aveva lasciato il gruppo a giugno, più o meno a cavallo del divampare delle difficoltà di Stellantis, rese pubbliche dalla comunicazione dei dati finanziari, con cali vistosi di mercato e di rendita. Stesso momento in cui era partita l'offensiva del sindacato UAW contro Tavares, unitamente a una class action degli azionisti davanti al Tribunale di Manhattan. Nel mirino anche la cfo, la responsabile finanziaria Nathalie Knight. Quella che aveva lanciato il piano "Doghouse is back" fatto di tagli e misure drastiche, prima di essere a sua volta silurata nello stravolgimento del management operato da Tavares.

E la Knight aveva preso il posto di Richard Palmer, altro uomo dell'era Marchionne, che adesso John Elkann ha richiamato in servizio come suo Special Advisor all'interno del comitato esecutivo. Praticamente, il suo plenipotenziario. Un segnale tanto agli azionisti quanto al potente sindacato UAW, che chiedeva da tempo un rilancio degli storici brand a stelle e strisce, i cui nuovi modelli non venivano considerati all'altezza della tradizione.

Questo significa che Elkann e gli altri azionisti intendono far completamente marcia indietro sulla strategia di Carlos Tavares? Una retromarcia completa sull'elettrico - su cui le parole, a suo tempo, del manager con il maglioncino ora sembrano una profezia di Cassandra - non sembra fattibile - anche abbandonare tutta la tecnologia finora approntata ha un costo non indifferente -, ma puntare maggiormente su ibrido e anche biocombustibili appare decisamente più adeguato alla richieste del mercato. 

In attesa del piano, preannunciato e predisposto per essere discusso al Mimit, di cui riferirà Jean Philippe Imparato, a capo della divisione Europa Allargata, con modelli e motori per ogni stabilimento italiano, si deve guarda anche a quanto accade oltre oceano. Non solo perché, come dice Gianluca Pellegrini, direttore di Quattroruote, in una recente intervista, "Stellantis è soprattutto un'azienda americana", ma perché la strategia per i brand a stelle e strisce potrebbe essere un fattore importante in una ipotetica fusione con Renault, che potrebbe portare necessariamente - per esigenze di Antitrust - a spin off significativi, se non addirittura cessione di alcuni marchi - anche se, su questo punto, dal Gruppo si ribadisce sempre che non c'è l'intenzione di vendere alcunché.

Se invece si vuole fare un'opera completa di ritorno all'era Marchionne, mancherebbe l'ultimo tassello: Luca De Meo come ceo (anche se in America c'è chi spinge per Mike Manley, il traghettatore).

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