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La crisi dell'automotive
07 Dicembre 2024 - 06:30
Stellantis godrà ancora della cassa integrazione necessaria (richiesta) e forse non licenzierà quei 250 lavoratori "ex delle mascherine" di Mirafiori i cui ammortizzatori sociali finiranno a gennaio. Che sia cassa integrazione o contratto di solidarietà, poco cambia per i lavoratori: sempre la paga decurtata è. Mentre i volumi di soldi pagati dallo Stato crescono ed è interessante confrontarli con i dividendi, crescenti anche loro, dell'era Tavares. Vediamoli insieme.
Nel 2020, ha calcolato il Corriere della Sera, Fca aveva pagato qualcosa come 2,9 miliardi di euro di dividendi agli azionisti, ancora effetto straordinario della fusione di Fiat e Chrysler. L'anno dopo, un solo miliardo nominalmente, perché la garanzia Sace sul maxiprestito da 6,4 miliardi - sotto il governo Conte Bis - vincolava a non concedere dividendi agli azionisti. L'anno dopo, però, nasce Stellantis che paga un dividendo straordinario. Nel 2022 quindi - e poi Tavares restituirà in anticipo il prestito - ci sono due tranche di dividendi: da 3,35 e 4,28 miliardi di euro. E si arriva al 2023, con 4,6 miliardi. Totale, in questi anni, 16,1 miliardi di euro. Con l'incognita del 2024, perché a parole è confermata l'ultima guidance che rivedeva le stime al ribasso, ma sempre con 7 miliardi di euro per gli azionisti. Di tutto questo, a Exor sono andati 2,78 miliardi di euro.
E il conto della cassa? Tra 2010 e 2020 la cassa in Fiat-Fca è stata pari a 446 milioni di euro, di cui 183 a carico dell'Inps e 263 di Fca. Nel periodo Stellantis, ossia 2021-2024, la cifra è più che raddoppiata arrivando a 983,9 milioni di euro, di cui 703,4 a carico dell'Inps e solo 280,5 per Stellantis.
Ma se Stellantis può continuare ad avere questi paracadute, diverso è per molte aziende dell'indotto, dove gli ammortizzatori sociali sono di meno e dove, spesso, persino i contratti sono differenti da quello dei metalmeccanici - o da quello specifico di Stellantis - come dimostra il caso Trasnova, l'azienda cui il Gruppo di John Elkann ha tolto le commesse per la logistica e che, senza attendere neppure il tavolo convocato con le istituzioni, ha fatto partire le lettere di licenziamento per 97 addetti considerati in esubero. E potrebbe essere solo il primo caso di una (lunga) serie.
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