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Il dato
08 Febbraio 2025 - 18:52
Rate del mutuo, bollo auto, Tari, ma anche semplicemente bollette o una visita del dentista. Sono tante le famiglie che in alcuni momenti vanno incontro a ristrettezze economiche. E che per questo smettono di pagare ciò che non è strettamente necessario alla sopravvivenza della famiglia. In crescita del 23% dalla fine del 2022.
Lo sa bene Luciana Malatesta, tra i consiglieri della fondazione antiusura “La Scialuppa”, che dal 1998 ha ascoltato e supportato circa 18mila nuclei familiari. Attraverso un reticolo che un passo alla volta si è esteso a tutte le province piemontesi e ad Aosta, divenendo la prima fondazione per attività del Piemonte e la terza in Italia (a breve, poi, grazie a un protocollo d’intesa tra la Circoscrizione 7 e la Fondazione, potrebbe esserci un ulteriore sportello presso la sede del centro civico di corso Vercelli).
Si tratta perlopiù di indebitamenti bancari o finanziari - secondo le stime circa il 60% - ma non solo. Una fetta importante è anche coperta da quanto dovuto all’erario - ovvero ad Agenzia delle entrate, Soris e Regione Piemonte - e quindi tasse, tributi e imposte varie da pagare - un buon 25% - e il residuo relativo a debiti di diversa natura. «In alcuni casi abbiamo comprato una stufa, o pagato alcune bollette», spiega Malatesta. A volte, quindi, basta pochissimo per far risollevare il capo alle famiglie.
E i numeri forniti dalla Fondazione sono nel complesso positivi: dai 1028 nuclei che si sono rivolti alla fondazione nel 2014, si è passati alle 615 del 2024. Ma negli ultimi anni il trend si è invertito. «Nel 2020 si sono dimezzati - abbassandosi a 500 - soprattutto per le moratorie su mutui e finanziamenti concesse durante il covid. Stop agli sfratti e alle cartelle esattoriali. Insomma una moratoria globale», segnala la dottoressa. Per poi salire di circa il 23% da fine 2022.
Di questi, però, non tutti accedono alla funzione garante dell’ente. Anzi, meno della metà. «Un buon 30% delle persone che ascoltiamo neanche si rifà vivo», spiega Malatesta. E solo il 15% infine risulta idoneo a un intervento della fondazione.
Ci sono, infatti, determinati check da fare, e documenti da fornire, come l’estratto conto degli ultimi sei mesi almeno. «A volte da quello si evince che siamo davanti a una persona ludopatica, lì cerchiamo di intervenire congiuntamente con il Serd. E solo dopo il completamento del percorso possiamo prenderla in carico», racconta Malatesta.
In quel caso, poi, si attiva il principale ruolo della Fondazione: quello di fare da garante a persone a cui normalmente nessun altro lo farebbe mai. Grazie a un importante fondo - per metà pubblico e per metà fornito da Fondazione Crt - che ammonta a un totale di poco più di 11 milioni, e a una corsia dedicata, le banche consentono a La Scialuppa un moltiplicatore molto basso. Per ogni euro di garanzia data: 200 o 300 euro finanziati. Questo, unito alla possibilità di concordare con la Fondazione rate anche molto piccole, determinano l’alto successo dell’ente. «Abbiamo un tasso di insolvenza molto basso, intorno all' 8,9%. Il che vuol dire che a volte ci vuole più tempo, ma che veniamo comunque rimborsati dalle persone cui facciamo da garanti», conclude infine la dottoressa.
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