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Il fatto
07 Febbraio 2025 - 07:00
Foto LaPresse
I fratelli Elkann provano a fare pace con il Fisco. O almeno iniziano a versare una parte dei soldi che, secondo le accuse, non avrebbero dichiarato allo Stato italiano: si tratterebbe, a quanto risulta, di poco meno di 10 milioni di euro pagati in seguito a un processo verbale di constatazione emesso dall’Agenzia delle Entrate. La quale, però, calcola di doverne incassare oltre 100, di milioni: in sostanza, gli eredi di Marella e Gianni Agnelli avrebbero versato una prima “rata” del 10% su quanto dovuto al Fisco.
Il punto di partenza, come ormai risaputo, è la guerra fra la figlia dell’Avvocato, Margherita, e i nipoti John, Lapo e Ginevra. Da lì sono partiti processi e inchieste in Svizzera e in Italia. L’ultima è in corso a Torino e vede i tre fratelli indagati per evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato (insieme al commercialista Gianluca Ferrero e ai notai Urs Von Grueningen e Remo Maria Morone). Il fascicolo è incentrato sull’accusa che Marella Caracciolo, vedova dell’Avvocato, vivesse in Italia e non in Svizzera come sostenuto nelle dichiarazioni dei redditi. Da quell’ipotesi, suffragata dagli elementi raccolti dagli inquirenti, sono emersi nuovi filoni di inchiesta. E soprattutto è partito un sequestro da oltre 74 milioni.
Il versamento fatto recentemente dagli Elkann non riguarderebbe l’intera contestazione della Procura di Torino (che i tre fratelli, attraverso i loro legali, hanno sempre respinto, dichiarando di aver operato correttamente). Al centro del pagamento ci sarebbe il processo verbale di constatazione emesso dall’Agenzia delle Entrate in merito alle sue verifiche successive all’inchiesta. Da lì sarebbe partito l’avviso di accertamento, cui John, Lapo e Ginevra hanno “risposto” con il pagamento di una parte della cifra in ballo: stando a quanto emerge, avrebbero pagato in merito alla presunta evasione fiscale sulla rendita vitalizia di Marella per gli anni 2018 e 2019 (quando è poi mancata, il 23 febbraio). Cioè i soldi frutto dell’accordo transattivo del 2004 con Margherita, che la vedova dell’Avvocato avrebbe dovuto inserire nella sua dichiarazione dei redditi se, come sostenuto dalla Procura, viveva in Italia. Il resto della presunta frode fiscale degli Elkann, invece, rimane una partita ancora aperta. Sia dal punto di vista fiscale sia da quello penale.
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