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L'inchiesta
04 Ottobre 2024 - 07:00
Il sequestro da 74,8 milioni ha messo un punto a favore della Procura, che ha ottenuto l'appoggio di un altro giudice dopo quello ricevuto dal Tribunale del Riesame. Allora cosa manca ai pm per chiudere le indagini e chiedere il rinvio a giudizio dei fratelli Elkann, del commercialista Gianluca Ferrero e del notaio svizzero Urs Von Grueningen?
Sono gli stessi atti dei magistrati a spiegare quali punti vadano ancora approfonditi prima della conclusione dell'inchiesta per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato per la "esterovestizione" della residenza di Marella Caracciolo, vedova dell'Avvocato Gianni Agnelli. A partire dal tema dei quadri, veri e propri capolavori milionari di cui Margherita Agnelli lamenta la scomparsa: ad aprile la figlia dell'Avvocato (e madre degli indagati John, Lapo e Ginevra Elkann) ha presentato un ulteriore esposto alla Procura di Torino per segnalare il possibile furto, ricettazione e appropriazione indebita di opere d'arte su cui stavano già indagando i pm di Milano.
Si tratta di parte del patrimonio artistico di Agnelli che, secondo Margherita, spettava a lei dopo la morte della madre. Eppure non ha più trovato quei dipinti sulle pareti della villa di Roma, della casa di Villar Perosa e della dimora torinese di Villa Frescot. In tutto la figlia dell'Avvocato denuncia la scomparsa di 39 capolavori, compresi The Stairway of Farewells di Giacomo Balla, Glaçons di Claude Monet e due opere di Pablo Picasso. Che fine hanno fatto? Dalle passate indagini della Swiss East Affairs Gmbh, incaricata di ricercare le opere d'arte della famiglia Agnelli, si è scoperto che 16 di quei dipinti erano custoditi o transitati nel box 253 del Punto Franco di Chiasso.
Claude Monet, Glaçons, effet blanc
La nuova inchiesta, però, ha fatto emergere altro. Intanto una parte dei capolavori sono stati trovati in un deposito del Lingotto e altri sono risultati come regali che Marella Caracciolo avrebbe fatto ai nipoti e al fratello Nicola quando era in vita: un esempio è proprio Glaçons di Monet, valutato 17,5 milioni da Sotheby's e catalogato come dono della nonna a Lapo Elkann. Secondo la Procura, questo e gli altri regali erano «finti e selezionati a tavolino in modo illegittimo, dopo la morte della nonna», per evitare che i capolavori finissero nell'asse ereditario e quindi nelle mani di Margherita Agnelli. E per non pagare le tasse di successione.
Su questi particolari i pm stanno continuando a lavorare, anche perché i loro colleghi di Milano hanno passato a Torino l'intera inchiesta sulla collezione artistica milionaria. Ma c'è dell'altro da chiarire: come scrive il giudice Antonio Borretta nel decreto che autorizza il sequestro, servono ulteriori indagini sulla questione dei gioielli regalati da Donna Marella, che insieme ai dipinti sono valutati 170 milioni di euro (nell'elenco ci sono anelli con diamanti, spille con smeraldi e zaffiri e un paio di orecchini stimato 78 milioni). «Su questi beni risultano numerosi elementi di carattere indiziario i quali, sebbene necessitino di approfondimenti istruttori, depongono allo stato sull'imputazione a titolo di "regali" nonostante non fossero mai stati regalati ai nipoti ma solamente da questi "scelti" dopo la morte di Marella Caracciolo, con conseguente sottrazione dell'asse ereditario». Il contrario di quanto sostengono i legali degli Elkann, che in una nota hanno parlato di «gioielli di cui si parla molto a sproposito» che «erano certamente beni di proprietà di Marella Caracciolo, che ne ha disposto in vita come ha voluto».
Infine c'è la questione della Dicembre, la cosiddetta "cassaforte degli Agnelli" che controlla la Giovanni Agnelli bv, Exor e di conseguenza l’impero da oltre 30 miliardi di euro tra quote in Stellantis, Ferrari, Cnh, Lingotto, Juventus e altre importanti società. Già negli atti del Tribunale del riesame si fa riferimento ai motivi di interesse investigativo dei pm. Che dubitano del«regime giuridico della intestazione delle quote della Dicembre in capo a Marella Caracciolo, che secondo l'attuale ricostruzione ne avrebbe simulato per un periodo solo la nuda proprietà grazie all'assistenza del suo consulente Ferrero, allo scopo di ridimensionare le conseguenze delle verifiche tributarie avviate sulla successione del defunto marito». E le vicende della Dicembre potrebbero diventare determinanti sia nell'inchiesta penale sia nel processo civile: d'altronde Margherita Agnelli, attraverso il suo avvocato Dario Trevisan, ha già ricordato come «l’accertamento della residenza effettiva in Italia di Donna Marella assuma rilievo centrale. La circostanza è oggetto di accertamento in sede civile anche per l’accoglimento delle domande di Margherita Agnelli in de Pahlen, con possibile conseguente modifica degli assetti proprietari della Dicembre. Se la mia assistita vedesse accogliere le proprie domande nei contenziosi civili, potrebbe acquisire la maggioranza delle quote della Dicembre». E a quel punto cambierebbero molti equilibri nell'impero della famiglia Agnelli, con tanto di possibile "sfiducia" di John Elkann come amministratore della società.
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