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I dati

Ecomafia, è boom dei reati ambientali in Piemonte: perché i rifiuti fanno così gola ai criminali?

Il report di Legambiente mostra «dati preoccupanti» a Torino ma anche nel resto d'Italia

Ecomafia, è boom dei reati ambientali in Piemonte: perché i rifiuti fanno così gola ai criminali?

Ogni ora vengono commessi 4 reati in ambito ambientale: a dirlo è Legambiente a fronte del numero impressionante di circa 35.500 episodi a livello nazionale nel 2023, con un aumento del 16,7% rispetto all'anno precedente. E il Piemonte si posiziona al 12esimo posto fra le regioni, con 1.359 reati accertati e una crescita del 10,5% sul 2022: sono i dati «preoccupanti» del rapporto Ecomafia 2024 presentato oggi a Torino da Legambiente.

A livello provinciale, al primo posto c'è Torino con 289 reati, 203 persone denunciate, 10 arresti e 88 sequestri, seguita dalle province di Cuneo, con 221 reati, 190 denunce e 16 sequestri, e di Alessandria, con 114 reati, 204 denunciati, 15 sequestri. Al primo posto per tipologia di illeciti, con il Piemonte all'ottava posizione a livello italiano, i reati connessi al ciclo dei rifiuti con 466 eventi criminosi, il 5% del totale nazionale, in aumento del 58%, «un dato preoccupante e che deve far riflettere», sottolinea Sergio Capelli, direttore regionale Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta.

Prosegue Capelli: «Il fenomeno delle ecomafie è ancora troppo sottovalutato o affogato in temi più ampi, nonostante un peso specifico rilevante: parliamo di 4 reati al giorno in Italia, un numero che in questa forma fa paura».

Il Piemonte, nello specifico, conta 123 episodi dal 2013, per incendi in impianti di trattamento, smaltimento e recupero rifiuti, e al decimo posto per illegalità nel ciclo del cemento con 533 reati nel 2023, in aumento del 13,7%, 597 denunce, 2 arresti, 26 sequestri: «Il settore del ciclo dei rifiuti è quello dove si verificano più casi: è un dato particolarmente preoccupante».

Si aggiungono 168 reati, 40 denunce e 2 sequestri per incendi boschivi e della vegetazione, con 165 episodi, 97 denunce e 7 sequestri per reati contro la fauna. Quattro, infine, le inchieste in tema di corruzione in materia ambientale, il 5,3% del totale nazionale, con 9 arresti, 10 denunce, 4 sequestri. «Serve rafforzare il sistema dei controlli preventivi e l'efficacia degli strumenti repressivi, con più sinergie possibili con le forze dell'ordine - osserva Capelli - Quindi è indispensabile completare il quadro normativo, investire risorse per il personale di vigilanza e sviluppare tutte le sinergie utili nelle attività di controllo. il nostro compito come Legambiente è avere un ruolo culturale da protagonista, per diffondere il concetto di giustizia, fare vigilanza e tenere a debita distanza corrotti, inquinatori ed ecomafiosi».

La preoccupazione è condivisa anche da Giovanni Bombardieri, procuratore capo di Torino: «Parliamo di un problema importante che, purtroppo, i dati sono in crescita e l'illegalità è sempre più diffusa: è un fenomeno di cui preoccuparsi perché la criminalità è sempre più presente. Non ha una ricaduta solo sulla concorrenza leale e sull'inquinamento dell'economia: l'attività delle organizzazioni criminali produce inquinamento vero e proprio, visto che non sono fatte secondo le regole. Questo è ancora più pericoloso: la mancanza di controllo e di contrasto reale, a partire dall'economia sana, possono costar caro alla società civile».

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