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Il caso

Agguato a Mirafiori, chiesta una perizia psichiatrica per il Conte col machete

E' cominciata oggi l'udienza preliminare, si va verso il processo abbreviato

Lo yacht, il campione del Real e la figlia del torero: la vera storia del Conte col machete

E' cominciata oggi a Torino l'udienza preliminare per il ferimento di Oreste, il 24enne che il 18 marzo 2024 fu aggredito in strada con un machete (in via Panizza a Mirafiori). L'imputato principale è Pietro di Costanzia di Costigliole, suo coetaneo, discendente da una nobile famiglia di origini piemontesi: lui e il fratello Rocco, 22 anni, sono accusati di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.

I fratelli avrebbero colpito per vendicare le avances sessuali che la vittima aveva fatto alla fidanzata del Conte. Anche se, sullo sfondo, ci sarebbero anche questioni legate allo spaccio di droga, come confermano gli ulteriori sviluppi dell'inchiesta: ora le persone chiamate in causa sono in tutto 9, tra cui la stessa vittima.

Stando alle accuse, Pietro è sceso e ha colpito Oreste con un machete alla gamba sinistra, arrivando così in profondità da costringere i medici del Cto ad amputare sotto il ginocchio. Poi, nel giro di pochi giorni, la Squadra mobile è riuscita a rintracciare e arrestare i due aggressori: il Conte e il fratello, che ora vogliono affrontare il processo con rito abbreviato.

Gli altri imputati hanno annunciato che chiederanno anche loro l'abbreviato, il patteggiamento o la messa alla prova. Ma le proposte (si parla di pene che nei casi più gravi si assestano intorno ai tre anni di reclusione) verranno formalizzate solo il 26 febbraio, quando il giudice si pronuncerà su una questione sollevata dall'avvocato Giuseppe Del Sorbo, che assiste la modella spagnola Zahara Bao Ryder (accusata di false attestazioni come il padre dei due ragazzi, Carlo Costanzia): si tratta dell'inutilizzabilità di una serie di conversazioni acquisite dagli inquirenti quando la ragazza non era formalmente indagata. In caso di accoglimento, potrebbero cambiare o addirittura cadere una parte dei capi d'accusa minori.

Il difensore di Pietro Costanzia, Wilmer Perga, ha chiesto il giudizio abbreviato condizionato alla concessione di una perizia che ne verifichi la stabilità psicologica: dalla Spagna, dove il giovane ha abitato per anni, è giunta della documentazione da cui risulta che ha dei disturbi del comportamento verosimilmente riconducibili al consumo di droghe. Il legale ha anche depositato una consulenza tecnica che contesta l'idoneità omicidiaria dell'aggressione con il machete.

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