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L'inchiesta
17 Gennaio 2025 - 06:20
«Non sapevo che Pietro e Rocco fossero ricercati per un’aggressione, credevo che il mio ragazzo volesse solo notificargli una multa».
Così potrebbe “salvarsi” la cugina di Pietro e Rocco Costanzia di Costigliole, accusata del favoreggiamento dei due ragazzi accusati di tentato omicidio a colpi di machete. Lei, fidanzata di un poliziotto che indagava sui fatti del 18 marzo a Mirafiori, li avrebbe aiutati a nascondersi. Ma i pubblici ministeri Mario Bendoni e Davide Pretti hanno chiesto per lei l’archiviazione, visto che non sapeva dell’agguato. E quindi è caduto il cosiddetto “elemento soggettivo” per cui avrebbe commesso il reato. La conseguenza è che la ragazza potrebbe evitare il processo, così come Claudia Palin, la fidanzata italiana del Conte Pietro Costanzia: potrebbe patteggiare una pena con un accordo fra accusa e difesa. Tutti gli altri nove indagati affronteranno l’udienza preliminare il 19 febbraio, difesi dagli avvocati Wilmer Perga, Giuseppe Del Sorbo, Antonio Vallone, Maurizio De Nardo, Filippo Perlo, Patrizia Godino e Gianni Iacono. Fra gli imputati spiccano la vittima dell’agguato, accusato di spaccio, e l’altra donna di Pietro, la modella spagnola Zahara Bao Rider.
L’agguato risale a dieci mesi fa, quando due giovani in scooter hanno aggredito il 23enne Oreste in via Panizza, a Mirafiori. Uno è sceso e lo ha colpito con un machete alla gamba sinistra, arrivando così in profondità da costringere i medici del Cto ad amputare sotto il ginocchio. Poi, nel giro di pochi giorni, la Squadra mobile è riuscita a rintracciare e arrestare i due aggressori: il conte Pietro Costanzia di Costigliole, 24 anni, e suo fratello Rocco, 22.
Secondo la procura, il colpo con il machete avrebbe potuto uccidere Oreste. Per questo i pm contestano il tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi: i fratelli avrebbero colpito per vendicare le avances sessuali che la vittima aveva fatto alla fidanzata del Conte. Anche se, sullo sfondo, ci sarebbero anche questioni legate allo spaccio di droga.
Durante le indagini, intanto, sono emersi altri particolari sulla vicenda: oltre ai due fratelli, all’aggressione avrebbero partecipato (indirettamente) altri due amici. Uno avrebbe attirato la vittima a casa sua, consentendo ai Costanzia di Costigliole di compiere l’agguato; l’altro avrebbe fatto da “palo” a distanza. Poi una coppia di amici avrebbe aiutato Pietro nella fuga, prenotando a loro nome la camera dell’hotel Royal di corso Regina Margherita. Dov’è poi stato trovato il 24enne: con lui, nella stanza, c’erano un trolley pieno di cocaina, metanfetamine e hashish. Oltre alla fidanzata italiana (accusata di favoreggiamento personale come la coppia di amici, ora dovrebbe patteggiare la pena). Ad aiutare i due fratelli a scappare ci sarebbe poi stata la cugina, fidanzata con un poliziotto, che li avrebbe addirittura accompagnati in auto e poi fatti scendere in mezzo ai boschi per evitare che gli agenti li arrestassero davanti alla loro casa in collina. E tra gli uomini appostati c’era anche il suo fidanzato.
L’inchiesta ha fatto emergere anche dei fatti precedenti, come quello del 24 gennaio a Nichelino, quando il Conte aveva preso a sprangate un ragazzo. Ma anche successivi: Zahara Bao Rider, modella 21enne, è accusato di aver dato 2mila euro alla figlia di un altro detenuto delle Vallette, in modo da far arrivare un cellulare a Pietro e Rocco. Insieme alla modella è finito nei guai Carlo Costanzia di Costigliole, padre dei due ragazzi accusati di tentato omicidio: avrebbero creato insieme il falso contratto d’affitto di un alloggio di Madrid in modo che la ragazza risultasse convivente di Pietro e potesse fargli visita in galera.
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