Un colpo di scena scuote le indagini sull’omicidio di Ilaria Sula, la 22enne trovata senza vita all’interno di una valigia, chiusa in un sacco dell’immondizia. Mentre il 23enne Mark Samson ha già confessato il delitto, una nuova traccia genetica — maschile ma non appartenente al killer — è stata isolata sulla scena del crimine. A rivelarlo sono fonti investigative, secondo cui il dna sarebbe stato rinvenuto sia su un paio di scarpe sequestrate nell’abitazione del giovane, sia sulla valigia usata per occultare il corpo.
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La scoperta rimette in discussione alcune certezze acquisite. Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se quel dna appartenga a una terza persona coinvolta, se si tratti di un residuo recente o solo di una traccia preesistente, priva di rilevanza per il caso. Un dettaglio che, se confermato, potrebbe aprire nuovi scenari, anche inquietanti.
Ilaria è stata uccisa nella serata del 25 marzo. Quella sera si era recata nell’appartamento di via Homs, dove Mark viveva con i genitori. Secondo la ricostruzione fornita dallo stesso 23enne, l’omicidio sarebbe avvenuto in casa, seguito da un tentativo maldestro di occultamento del cadavere. Ma è proprio su questa fase che ora si concentrano i dubbi degli inquirenti.
Mentre la madre del giovane ha confessato di aver aiutato il figlio nell'occultamento del cadavere di il Ilaria, il padre di Mark non sembrava fosse coinvolto in questo folle gesto, ma con questa nuova scoperta potrebbe tornare a sorpresa sotto i riflettori. Pur essendo stato in casa la sera del delitto, le celle telefoniche lo collocano fuori dall’appartamento nella fascia oraria cruciale del mattino seguente. Sarebbe rientrato solo nel pomeriggio. Ma i tempi ristretti tra l’omicidio e le successive operazioni di “pulizia” lasciano aperti alcuni interrogativi. È verosimile che Mark sia riuscito da solo a trasportare per oltre cento metri una valigia con dentro un cadavere, intorno alle 14, in un quartiere trafficato come quello?
Il sospetto è che Mark possa non aver agito da solo. E che il padre, seppur indirettamente, possa averlo aiutato a liberarsi del corpo. Per gli investigatori, quel dna misterioso potrebbe essere la chiave per far luce su un possibile concorso nell’occultamento.