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Il caso

Greta, morta a 5 anni dopo l'operazione alle tonsille: ecco le prime risposte dall'inchiesta

La Procura indaga per l’omicidio colposo della bambina di Caprie, operata a Briançon

Greta, morta a 5 anni dopo l'operazione alle tonsille: ecco le prime risposte dall'inchiesta

La piccola Greta Roccati avrebbe dovuto entrare e uscire dall’ospedale di Briançon in giornata. Ma ha avuto delle complicanze dopo l’intervento di rimozione delle tonsille ed è stata dimessa solo dopo cinque giorni, ancora con la febbre. Poi, quando sembrava che si stesse riprendendo, mercoledì c’è stata l’emorragia che l’ha uccisa a soli 5 anni.

È quanto emerge dall’inchiesta che il pubblico ministero Laura Longo ha aperto con l’ipotesi di omicidio colposo, al momento senza indagati. Poi la pm ha disposto l’autopsia eseguita ieri sul corpo della bimba residente a Caprie, paesino della Valsusa che dalla scorsa settimana è sotto shock. Che ora, insieme alla famiglia e al suo avvocato Alberto De Sanctis, attende risposte.

Di certo c’è solo quello che è successo prima e che ora è finito nel fascicolo della Procura. A partire dall’intervento di rimozione delle tonsille, eseguito il 31 marzo al Centre Ospitalier des Escartons di Briançon, ospedale pubblico subito oltre il confine con la Francia. Perché proprio lì? Perché al Regina Margherita di Torino, dov’è poi stato constatato il decesso della piccola, l’attesa sarebbe stata troppo lunga. Quindi i genitori hanno optato per la struttura francese, a poco più di un’ora di auto da Caprie.

Avrebbe dovuto essere un intervento in day hospital. Ma quello di Greta, a quanto pare, è rientrato nel 4% dei casi con delle complicanza: l’operazione, eseguita dallo stesso specialista che l’aveva seguita in ambulatorio, ha provocato una prima emorragia e febbre a 39 gradi (tanto che la piccola paziente è entrata e uscita due volte dalla sala operatoria). Per questo, dal 31 marzo, Greta è rimasta in ospedale fino a venerdì 4 aprile. Quando è finalmente stata dimessa, anche se aveva ancora qualche linea di febbre.

Al ritorno a casa, a quanto risulta, ha iniziato a stare meglio. Tanto che la visita di controllo di lunedì 7 si è conclusa positivamente, anche se pare che il medico abbia aggiunto un punto di sutura. Ma due giorni dopo, il 9, la piccola ha iniziato a vomitare sangue quando era già a letto. Erano le 22 ed è scattata subito la chiamata al 112: dopo il primo soccorso dei sanitari dell’ambulanza, è arrivato l’elisoccorso per trasportare la bambina al Regina Margherita. Il massaggio cardiaco e i primi soccorsi in elicottero non sono riusciti a evitare il peggio e i sanitari dell’ospedale infantile non hanno potuto fare altro che constatare la morte per asfissia polmonare. 

L’inchiesta su questa tragedia, appena iniziata, dovrà chiarire se ci sia un nesso causale diretto fra l’operazione e il decesso. E se dietro ci sia una colpa medica. Solo l’autopsia potrà fornire informazioni ulteriori su cosa è accaduto in quelle tragiche ore e su cosa, in concreto, abbia portato alla morte di Gretta.

Il medico legale Giambattista Golè ha eseguito ieri l’esame alla presenza del collega Lorenzo Varetto, nominato dalla famiglia. Per l’esito ci vorranno 90 giorni ma già nel pomeriggio si è appreso che serviranno ulteriori accertamenti sui tessuti e sugli altri materiali organici prelevati dal cadavere.

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