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Siccità in Europa: quali sono i Paesi colpiti dall’emergenza idrica?

Allerta rossa in Spagna e Cipro, crescono i consumi d’acqua in Italia e Turchia: l’UE chiama a una gestione sostenibile

Siccità in Europa: quali sono i Paesi colpiti dall’emergenza idrica?

Secondo quanto riportato nel più recente bollettino dell’Osservatorio Europeo sulla Siccità, gran parte dell’Europa centro-orientale e meridionale si trova ad affrontare una situazione allarmante sul fronte idrico. Tra i territori maggiormente colpiti spicca la penisola iberica, dove si registrano numerose aree in stato di allerta rossa. Questa condizione è attribuita a un’alternanza di fasi prolungate di siccità interrotte da brevi ma violente piogge invernali e primaverili.

Nel corso del 2023, la Spagna ha detenuto il triste primato del maggior numero di chilometri quadrati affetti dalla siccità, pari a 34.000 km². Seguono la Polonia con 24.000 km² e la Lituania con 20.000 km². Un livello di allerta intermedio (arancione) coinvolge estese porzioni del territorio italiano, ma anche Grecia, Cipro, Polonia, Bielorussia, buona parte dell’Ucraina e alcune regioni di Francia, Germania, Irlanda e Scozia.

Il Water Exploitation Index (WEI+), che misura il rapporto tra il prelievo di acqua dolce e le risorse disponibili, segnala livelli preoccupanti. Il dato complessivo europeo è salito al 5,8%, ancora sotto la soglia critica del 20%, ma con notevoli disparità tra Paesi.

Cipro si distingue negativamente, con un consumo che raggiunge il 71% delle sue risorse idriche rinnovabili. Malta e Romania seguono, con rispettivamente il 34% e il 21%. Al contrario, Lettonia, Croazia, Svezia, Slovacchia, Lituania, Slovenia, Finlandia e Lussemburgo mostrano un uso idrico minimo, inferiore all'1%, segno di una gestione sostenibile o di una pressione idrica contenuta.

Tra il 2012 e il 2022, l’Italia ha registrato il più alto incremento nell’utilizzo di acqua dolce (+6,9%), seguita da Turchia (+5,8%) e Malta (+4%). Questo aumento mette in evidenza la necessità di politiche più efficaci per una gestione responsabile delle risorse idriche.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente avverte che, entro il 2050, si prevede un aumento significativo di eventi estremi come ondate di calore e siccità, rendendo urgente l’adozione di misure strutturali e adattive. Sarà fondamentale intervenire a livello europeo e nazionale per aggiornare le pratiche di uso del suolo e implementare strategie di adattamento efficaci.

Durante l’ultima riunione dei Paesi Med9 – che riunisce Francia, Croazia, Cipro, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna – sono state presentate diverse proposte per fronteggiare la crisi idrica: sistemi di irrigazione intelligenti, tecnologie per la salvaguardia delle colture, stoccaggio dell’acqua e sviluppo di varietà agricole più resistenti. Tuttavia, secondo la Banca Europea per gli Investimenti, una delle soluzioni più promettenti è rappresentata dal recupero e riutilizzo delle acque reflue, oggi ancora largamente sottoutilizzate.

"Più dell’80% delle acque reflue viene disperso senza essere riutilizzato", ha spiegato Maria Diamanti, specialista in gestione idrica presso la BEI. "Queste acque non rappresentano un rifiuto, bensì una risorsa strategica da cui possiamo ricavare acqua, nutrienti ed energia. È il momento di cambiare approccio".

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