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Le parole di Cirio e la memoria storica: un dibattito acceso in Piemonte

Le dichiarazioni del presidente Cirio sulla campagna di Russia suscitano polemiche e richiami alla verità storica

Le parole di Cirio e la memoria storica: un dibattito acceso in Piemonte

Cirio

In un'epoca in cui la memoria storica sembra talvolta vacillare sotto il peso delle interpretazioni personali, le parole del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, hanno sollevato un polverone di polemiche. Durante un evento a Biella, in occasione della presentazione dell'adunata nazionale degli Alpini, Cirio ha affermato che molti alpini, durante la Seconda Guerra Mondiale, morirono nella campagna di Russia combattendo per la libertà. Un'affermazione che ha suscitato l'indignazione delle opposizioni, pronte a difendere la verità storica con fermezza.

Le parole di Cirio sono state pronunciate a margine di un evento che avrebbe dovuto celebrare l'orgoglio e il sacrificio degli Alpini, ma che si è trasformato in un campo di battaglia politico. Il Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) non hanno tardato a esprimere il loro sdegno. 

La campagna di Russia, condotta dall'ARMIR (Armata Italiana in Russia), è stata una delle pagine più tragiche della storia militare italiana. Circa 85.000 soldati italiani persero la vita o risultarono dispersi in un conflitto che, come ricordano le opposizioni, non aveva nulla a che fare con la libertà, ma era piuttosto un'aggressione militare orchestrata dal regime fascista per affiancare la Germania nazista nell'invasione dell'Unione Sovietica. 

Le dichiarazioni di Cirio sono state interpretate come un tentativo di revisionismo storico, un fenomeno che, secondo le opposizioni, è in atto da decenni. La scelta del Parlamento, nel 2022, di istituire il 26 gennaio come giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini, è stata vista come un ulteriore passo verso una riscrittura della storia. In quella data, infatti, si combatté la battaglia di Nikolajewka, un episodio drammatico che vide le truppe italiane decimate dal gelo e dalla mancanza di equipaggiamento adeguato.

Le opposizioni hanno chiesto a gran voce una rettifica da parte del presidente Cirio, sottolineando l'importanza di mantenere viva la memoria storica.

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