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Decreto sicurezza
16 Aprile 2025 - 18:15
Il decreto-legge sulla sicurezza, recentemente approvato dal governo, ha reso illegale l’intero settore della cannabis light, dalla coltivazione alla vendita, insieme a numerose altre misure. A partire dal 12 aprile, gli agricoltori che coltivano canapa sativa per la produzione di cannabis light e i commercianti che vendono questi prodotti nei negozi sono a rischio di sequestri e denunce.
Il decreto stabilisce un divieto che include "la lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, anche se semilavorate, essiccate o triturate, insieme a qualsiasi prodotto derivato, come estratti, resine e oli".
Fino a oggi, in Italia la coltivazione e vendita della cannabis light sono stati legittimati da un vuoto normativo nella legge 242 del 2016, che regolamentava la canapa destinata a fini industriali. La legge consentiva la coltivazione della cannabis senza autorizzazioni specifiche se destinata alla produzione di alimenti, cosmetici, materiali per l’edilizia ecologica, ricerca, o per bonifiche ambientali. Non facendo riferimento al consumo ricreativo, ha permesso la coltivazione e la vendita della cannabis light senza conseguenze legali.
Nel corso degli anni, diverse sentenze, incluse quelle della Corte di Cassazione, hanno sancito che la cannabis light non è una sostanza stupefacente. Nel 2019, la Cassazione stabilì che le piante di cannabis con un contenuto di THC inferiore allo 0,6% rientrano nella legge del 2016, permettendo così sia la coltivazione che la vendita.
La legge ha dato origine a un intero settore economico, con circa 3.000 aziende che hanno creato circa 15.000 posti di lavoro, tra impieghi a tempo indeterminato e stagionali, soprattutto nella raccolta delle infiorescenze.
Le associazioni dei coltivatori e commercianti stanno ricevendo numerose richieste di consulenza legale e molti hanno deciso di fermare la produzione o chiudere i negozi per evitare rischi. Beppe Croce, presidente di Federcanapa, ha sottolineato che il governo sta creando di fatto un monopolio della cannabis light, favorendo il settore farmaceutico e le multinazionali del tabacco, mentre le normative europee e le sentenze favorevoli ai produttori italiani vengono ignorate.Le associazioni hanno annunciato ricorsi contro il decreto, sperando di ottenere una revisione delle misure.
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