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NUOVO DECRETO LEGGE

Decreto Sicurezza: cosa cambia e perché (spiegato bene)- VIDEO

Pene più dure per proteste, carcere per madri e stretta sulla cannabis light: tutte le novità del Decreto Sicurezza del governo Meloni

Decreto Sicurezza: cosa cambia e perché (spiegato bene)- VIDEO

Torino scende in piazza per il clima, 11 aprile

Il decreto sicurezza, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 aprile ed entrato in vigore il giorno successivo, conferma la linea del governo: pene più severe, nuovi reati, tutele rafforzate per le forze dell’ordine. L’iter, accompagnato da tensioni anche nella maggioranza, ha richiesto un confronto con il Quirinale. Il presidente Mattarella ha firmato il testo dopo interlocuzioni con l’esecutivo, ottenendo lievi modifiche. Ecco i principali punti:

Proteste e manifestazioni: pene più rigide per blocchi e resistenza

Il decreto introduce pene fino a sei anni per chi blocca strade durante le proteste. Inasprite anche le sanzioni per chi imbratta edifici pubblici, con reclusione fino a un anno e mezzo. Esteso il concetto di "resistenza passiva", includendo anche comportamenti che ostacolano le forze dell’ordine senza atti di violenza. Una definizione giudicata da molti giuristi troppo ampia e interpretabile.

Tutela per gli agenti di polizia e militari

Una delle novità principali riguarda polizia e militari. Gli agenti potranno contare su una copertura legale fino a 10mila euro per ogni fase del processo in caso di imputazioni legate al servizio. Non scatterà più la sospensione automatica per chi è accusato di violenze. Introdotte inoltre pene più dure per chi aggredisce pubblici ufficiali: da due a cinque anni per lesioni, aumentate se gravi. Sul fronte della trasparenza, è prevista la possibilità (ma non l’obbligo) di indossare bodycam.

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Carceri e detenute madri

Un punto molto discusso riguarda le detenute incinte o con figli piccoli. Non sarà più obbligatorio rinviare la pena: la decisione sarà a discrezione del giudice. In questi casi la detenzione dovrà comunque avvenire in strutture attenuate per madri (ICAM). Entro il 31 ottobre di ogni anno il governo dovrà presentare al Parlamento una relazione su come vengono applicate queste misure.

Cannabis light (CBD): vietata la vendita, restano le coltivazioni agricole

Con il nuovo decreto viene esplicitamente vietata la vendita a fini ricreativi della cannabis light. Non si potranno più importare, lavorare o distribuire infiorescenze a basso contenuto di THC. È consentita solo la coltivazione per usi agricoli, industriali o medici. 

Terrorismo e armi: nuove pene per chi detiene materiale pericoloso

Il decreto introduce anche una norma per contrastare la propaganda terroristica: reclusione da due a sei anni per chi possiede o diffonde istruzioni per la costruzione di armi, anche chimiche o biologiche. Anche la semplice diffusione online è punibile.

Occupazioni abusive e truffe agli anziani: pene più alte

Entra nel codice penale un nuovo reato per l’occupazione abusiva di immobili, punito con fino a sette anni di carcere, soprattutto se colpisce edifici pubblici o persone fragili. Accelerate anche le procedure per lo sgombero, in caso l’abitazione sia l’unica del denunciante. Viene introdotta una nuova aggravante per le truffe agli anziani, punita da due a sei anni e con multe fino a 3mila euro.

Rivolte nei CPR e nelle carceri: introdotto un nuovo reato

Nasce il reato di "rivolta in carcere" (articolo 415-bis del Codice Penale), applicabile anche ai centri per migranti (CPR). La pena va da uno a cinque anni per chi partecipa ad azioni violente o resiste in gruppo agli ordini delle autorità. Se ci sono feriti, le pene aumentano. Anche in questo caso rientra la "resistenza passiva", termine che resta vago e rischia di colpire anche le proteste pacifiche.

Migranti e SIM telefoniche: documento sì ma non serve più il permesso

Un'altra norma contestata prevedeva il divieto per le persone straniere senza permesso di soggiorno di acquistare schede telefoniche. Il testo definitivo ha corretto il tiro: sarà sufficiente presentare un documento di identità, come avviene per chiunque.

Con l’entrata in vigore del decreto, il Parlamento ha ora 60 giorni per convertirlo in legge. I margini per modificarlo sono stretti. Il provvedimento ha subito fatto discutere: per alcuni è un passo necessario per garantire più sicurezza, per altri un segnale che si sta andando troppo oltre.

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