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ALLA RICERCA DEL NUOVO PAPA

Il duello canadese. I candidati, tra prestigio, tradizionalismi e scandali sessuali

Dopo la morte di Bergoglio, si apre il "toto" Papa

I due canadesi

Nel clima di incertezza generale della Chiesa cattolica con l'avvicinarsi del Conclave, il Canada si afferma come terra di due potenziali candidati al soglio pontificio, figure di spicco che rappresentano sensibilità diverse ma complementari all’interno del mondo ecclesiastico. Parliamo di Marc Ouellet e Michael Czerny, due cardinali canadesi che, per esperienza e ruolo, sono spesso citati tra i papabili successori di Papa Bergoglio.

Marc Armand Ouellet

Nato nel 1944 a La Motte, in Québec, Marc Ouellet è una figura di grande rilievo nella Curia romana. Ordinato sacerdote nel 1968, la sua carriera è stata segnata da incarichi di prestigio: arcivescovo di Québec, primate del Canada, e dal 2010 prefetto del Dicastero per i vescovi, un ruolo chiave nella nomina dei vescovi di tutto il mondo. Creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2003, Ouellet è stato più volte considerato un serio candidato al papato, soprattutto nei conclavi del 2005 e del 2013.

Ouellet è noto per le sue posizioni tradizionali su temi sensibili come il matrimonio, la famiglia e la morale sessuale, incarnando una linea conservatrice che molti fedeli e vescovi apprezzano per la sua fermezza dottrinale. La sua vasta esperienza pastorale e la conoscenza di sei lingue lo rendono un candidato di peso, capace di dialogare con le diverse realtà della Chiesa universale.

Tuttavia, la sua candidatura è stata offuscata da un’accusa di aggressione sessuale risalente a molti anni fa, che ha portato il Vaticano ad avviare un’indagine poi archiviata per mancanza di prove. Questo episodio ha complicato la sua immagine pubblica, anche se non ha intaccato il suo ruolo e la sua influenza all’interno della Santa Sede.

Michael Czerny

Michael Czerny, nato nel 1946 a Brno (oggi Repubblica Ceca) e naturalizzato canadese, rappresenta invece una figura più vicina alla linea progressista di Papa Francesco. Gesuita come il Pontefice argentino, Czerny è stato creato cardinale nel 2019 ed è attualmente prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, un dicastero che si occupa di migranti, poveri, ambiente e diritti umani.

La sua vita è segnata da un impegno costante nelle periferie esistenziali e sociali, con esperienze in America Latina, Africa e Canada. La sua famiglia ha vissuto il dramma della Shoah, un’esperienza che ha profondamente influenzato la sua visione di una Chiesa accogliente e impegnata nella promozione della dignità umana e della giustizia sociale.

Czerny incarna il volto di una Chiesa in cammino verso un rinnovamento pastorale e sociale, attenta alle sfide contemporanee come i cambiamenti climatici, le migrazioni e le disuguaglianze. La sua candidatura, sebbene meno tradizionale, rispecchia il desiderio di molti settori ecclesiali di proseguire sulla strada tracciata da Francesco.

Il prossimo conclave, quando arriverà, potrebbe vedere emergere uno di questi due profili, o forse un’altra figura ancora In ogni caso, la scelta del nuovo Papa sarà determinante per il futuro della Chiesa, chiamata a confrontarsi con un mondo in rapido cambiamento, e i due cardinali canadesi rappresentano due possibili strade

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