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Il caso
30 Aprile 2025 - 18:21
Due professori sono stati aggrediti questa mattina da un allievo in una scuola superiore di Torino.
A quanto risulta, durante l'intervallo di pausa delle lezioni, uno studente di una classe seconda dell'istituto Romolo Zerboni, in via Della Cella, nel quartiere Madonna di Campagna, ha dato un calcio a un'insegnante e ne ha colpito un altro a schiaffi sul volto.
Quest'ultimo ha dovuto fare ricorso alle cure del pronte soccorso, dove è stato medicato. L'aggressione sarebbe stata ripresa dalle telecamere interne della scuola e il docente finito in ospedale ha presentato denuncia alla polizia. Secondo le prime ricostruzioni, non c'entrerebbero questioni scolastiche (come un brutto voto o la minaccia di una interrogazione): sembra che si tratti di episodi pregressi e che il protagonista sia un ragazzo con problemi comportamentali.
Il caso vuole che proprio oggi il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, abbia annunciato un pacchetto di misure contro quel fenomeno: l'arresto in flagranza per chi aggredisce docenti e dirigenti scolastici, aggravio delle pene per le lesioni (si passa per le lesioni lievi da 6 mesi a 3 anni attuali a 2 a 5 anni di reclusione), bocciatura automatica per chi prende 5 in condotta e stop ai corsi di educazione sessuale senza consenso scritto dei genitori.
«Un insegnante, un educatore, non si tocca», ha scandito il ministro in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, quasi fosse uno slogan. La misura più dirompente riguarda l’introduzione dell’arresto obbligatorio in flagranza o quasi flagranza per le aggressioni ai danni del personale scolastico. Una misura destinata agli adulti – i minori restano esclusi – ma che punta dritto al cuore di un fenomeno allarmante: la crescente violenza nelle scuole, ora più che mai esercitata da genitori infuriati oltre che da studenti ribelli.
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