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La visita
08 Maggio 2025 - 20:50
In un momento delicato per gli equilibri internazionali, il presidente cinese Xi Jinping è arrivato a Mosca per una visita di Stato di quattro giorni, accogliendo l’invito dell’omologo russo Vladimir Putin. Un evento che si inserisce nel contesto della tregua unilaterale di tre giorni dichiarata dal Cremlino nel conflitto con Kiev — respinta tuttavia da Ucraina e Occidente come mera propaganda.
Il vertice tra i due leader segna un nuovo capitolo nella cooperazione tra Pechino e Mosca. "Il nostro passato eroico comune è una base affidabile per il rafforzamento delle relazioni russo-cinesi", ha dichiarato Putin durante l’accoglienza ufficiale, definendo Xi “un caro amico”. Il presidente cinese, da parte sua, ha parlato di un’amicizia “forgiata nel sangue e nel sacrificio”, sottolineando che le relazioni tra i due Paesi sono oggi “più sicure, stabili e resilienti” e che rappresentano un argine all’“egemonismo e al bullismo” sulla scena internazionale.
Xi Jinping sarà l’ospite d’onore di Putin durante la Parata del Giorno della Vittoria del 9 maggio, uno degli eventi più importanti del calendario politico e militare russo. Oltre alla retorica diplomatica, la visita ha un forte rilievo economico. Al centro dei colloqui figura il progetto del gasdotto Power of Siberia-2, destinato a rafforzare la dipendenza energetica reciproca. “La Cina lavorerà con la Russia per assumersi le responsabilità speciali delle principali potenze mondiali”, ha affermato Xi, indicando chiaramente una visione alternativa all’ordine globale attuale.
Durante l’incontro, i due leader hanno partecipato alla cerimonia di firma di oltre 20 accordi di cooperazione bilaterale, oltre a una “Dichiarazione congiunta sull’approfondimento del partenariato strategico cooperativo globale nella nuova era”. Putin ha tenuto a precisare che l’alleanza sino-russa “non è contro nessuno”, ma “a beneficio dei popoli dei due Paesi”. Tuttavia, il messaggio che trapela da Mosca è chiaro: Russia e Cina intendono presentarsi come un blocco compatto di fronte a un mondo occidentale che percepiscono come ostile.
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