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Politica estera
10 Maggio 2025 - 07:31
Zelensky
Nel cuore della capitale ucraina, a pochi giorni dalla parata militare con cui Vladimir Putin ha esibito la potenza della Russia, si è tenuto oggi un incontro cruciale tra il presidente Volodymyr Zelensky e i principali leader europei. L’obiettivo dichiarato: riavviare il dialogo per un cessate il fuoco e rilanciare il sostegno politico e militare all’Ucraina, sotto pressione da oltre tre anni di guerra.
A Kiev sono giunti il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer e il primo ministro polacco Donald Tusk. La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha partecipato in collegamento video. Un fronte europeo compatto, come confermato da Downing Street, che ribadisce il “fermo impegno nei confronti dell’Ucraina”.
Durante il vertice, il presidente francese Macron ha lanciato un appello forte agli alleati e alla comunità internazionale: un piano congiunto tra Stati Uniti e Unione Europea per imporre un cessate il fuoco e scoraggiare eventuali violazioni con l’uso di sanzioni economiche senza precedenti. “Serve un’azione unita e dissuasiva”, ha detto, sottolineando che “Putin è dalla parte della guerra, non della pace”.
A irritare ulteriormente le cancellerie europee sono stati i toni bellicosi usati da Putin durante la parata del 9 maggio a Mosca. “I suoi commenti belligeranti confermano una volontà di proseguire nel conflitto, anziché cercare una via diplomatica”, ha dichiarato Macron accanto al premier polacco Tusk.
Anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è tornato a farsi sentire, esortando entrambe le parti a “porre fine a questa stupida guerra”. La Casa Bianca ha riferito che giovedì si è tenuta una telefonata “produttiva” tra Zelensky e Trump, durante la quale si è discusso del cessate il fuoco proposto per una durata di 30 giorni e dell’approvazione da parte del Parlamento ucraino di un accordo sui minerali strategici.
Sul fronte negoziale, il vicepresidente USA J.D. Vance ha criticato le pretese russe definite “irrealistiche”: Mosca avrebbe chiesto territori non ancora conquistati. “Sapevamo che avrebbero fatto richieste eccessive. La sfida ora è capire se stanno trattando in buona fede”, ha dichiarato Vance, lasciando intendere che la pazienza americana potrebbe avere un limite.
Mentre i leader parlavano di pace, sul sito dell’ambasciata statunitense a Kiev è apparsa un’allerta: informazioni di intelligence indicano un possibile attacco aereo “significativo” nei prossimi giorni. Ai cittadini americani è stato raccomandato di essere pronti a trovare rifugio in caso di allarme.
Sul fronte delle sanzioni, il premier britannico Starmer ha annunciato nuove misure contro la cosiddetta “flotta ombra” di petroliere russe, accusata di eludere le sanzioni energetiche e finanziare la guerra. Almeno 100 navi saranno bandite dai porti britannici, con l’intento di colpire al cuore le entrate petrolifere del Cremlino.
Infine, un nuovo fronte di crisi si apre a ovest: i servizi ucraini hanno arrestato due presunte spie ungheresi, parte di una rete operante nella Transcarpazia. Budapest ha reagito espellendo due diplomatici ucraini, azione immediatamente ricambiata da Kiev. “Agiamo nel rispetto della reciprocità e dei nostri interessi nazionali”, ha affermato il ministro degli Esteri ucraino.
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