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Cronaca

Torino, minacce in tribunale: condannato per stalking un uomo con disturbi psichiatrici

Un uomo condannato a Torino per stalking contro due psichiatre, minaccia la corte in aula.

Torino, minacce in tribunale: condannato per stalking un uomo con disturbi psichiatrici

Il palazzo di giustizia di Torino

Tra le mura del tribunale di Torino, si è consumato un episodio che ha scosso la quiete giudiziaria e acceso i riflettori su un caso di stalking che intreccia giustizia e salute mentale. Un uomo di 46 anni, già noto alle autorità per comportamenti persecutori, è stato condannato a un anno e cinque mesi di reclusione per atti di stalking nei confronti di due psichiatre che lo avevano in cura. Tuttavia, ciò che ha reso questo caso particolarmente inquietante è stato il comportamento dell'imputato in aula, prima della lettura della sentenza.

L'imputato, visibilmente alterato, ha iniziato a lanciare insulti e minacce alla corte. "Voi non capite un c..., il futuro è dei pazzi. Io a voi vi faccio saltare, metto una bomba nucleare". Queste le parole che hanno risuonato tra le pareti del tribunale e che riporta l'Agenzia ANSA, lasciando attoniti i presenti. Non pago, l'uomo si è rivolto direttamente al presidente della corte, affermando: "Tu sei solo un uomo, non sei Dio". Parole che non solo hanno messo in evidenza il suo stato di agitazione, ma hanno anche sollevato interrogativi sulla sua capacità di comprendere la gravità delle sue azioni. "E' vero - gli ha risposto il giudice - ma è anche vero che devo celebrare l'udienza e così non è possibile". 



Le accuse mosse contro l'uomo non sono nuove. Le due psichiatre, vittime delle sue ossessioni, hanno subito un vero e proprio calvario. Una di loro riceveva in media cinquanta telefonate al giorno dall'imputato, che non si limitava a questo: si presentava quotidianamente negli ambulatori del centro di salute mentale di via Cardinal Massaia, creando un clima di paura e tensione. Un comportamento che, secondo gli esperti, è riconducibile a un disturbo "schizo affettivo di tipo bipolare grave con disturbo narcisistico della personalità". Una diagnosi che, se da un lato spiega le sue azioni, dall'altro non può giustificare la violenza psicologica inflitta alle sue vittime. La condanna a un anno e cinque mesi di reclusione è la risposta della giustizia.

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