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Europa
14 Maggio 2025 - 19:05
Di fronte ai profondi cambiamenti dell’ordine internazionale, l’Europa non può più permettersi l’immobilismo. Lo ha detto con chiarezza il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Coimbra, in Portogallo, in occasione del simposio Cotec – il vertice delle fondazioni per l’innovazione dei Paesi latini. Citando i rapporti di Enrico Letta e Mario Draghi sul futuro del mercato interno e della competitività dell’Unione, Mattarella ha lanciato un forte appello all’azione, sottolineando come il tempo per le esitazioni sia finito. “Stare fermi non è più un'opzione”, ha dichiarato. “I rischi dell'immobilismo sono chiari: perdere terreno economico, arretrare tecnologicamente, diventare vulnerabili sul piano strategico”.
In un passaggio, il presidente ha richiamato l’aria “Nessun dorma” dalla Turandot di Puccini usandola come metafora della situazione europea: una sveglia lirica per un’Europa che deve restare vigile e reattiva. L’urgenza, per Mattarella, riguarda soprattutto la competitività, oggi “in cima all’agenda dei governi e delle istituzioni comunitarie” e condizione imprescindibile per una vera integrazione strategica e una prosperità diffusa.
Nonostante le difficoltà, Mattarella ha invitato a non cedere al pessimismo: “Abbiamo solide fondamenta – un’economia aperta, istituzioni indipendenti, Stato di diritto, solidarietà – e dobbiamo essere orgogliosi dell’eccezionalità europea”. Ma proprio per questo, ha ammonito, è necessario progredire, non accontentarsi.
L’intervento di Mario Draghi, presente a Coimbra, è stato definito “di grande rilevanza” da Mattarella. Il suo rapporto sulla competitività europea, già al centro del dibattito a Bruxelles, disegna una nuova Europa, più resiliente, presente e capace di competere nello scacchiere internazionale. Una sfida, ha detto Mattarella, “epocale”.
Nel suo discorso, il presidente ha sottolineato il valore della capacità di adattamento dell’Unione Europea. “L’Ue non è nata sottovuoto. Ha sempre saputo rispondere ai cambiamenti, dagli shock economici agli eventi geopolitici. Continuare a farlo è oggi più importante che mai”. Tra i temi più delicati toccati, anche quello della difesa comune europea. “Se l’avessimo realizzata davvero – ha ricordato Mattarella – saremmo oggi in una posizione molto diversa di fronte ai mutati equilibri globali”. Il progetto, discusso dal 1952, “è stato rilanciato troppe volte senza concretizzarsi. Ora siamo in ritardo, e dobbiamo recuperare terreno”.
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