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Animali
15 Maggio 2025 - 18:50
L'Italia sta vivendo un aumento significativo della presenza di specie esotiche provenienti da altri continenti. L’allarme è stato lanciato anche dagli esperti dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che ha identificato oltre 3.000 specie non autoctone attualmente presenti sul nostro territorio. Alcune sono giunte accidentalmente, altre introdotte deliberatamente, ma tutte rappresentano un potenziale rischio per la biodiversità locale.
Tra gli esemplari più problematici figurano gli insetti alieni: la cimice asiatica, la vespa velutina, la diabrotica del mais e la coccinella arlecchino. Questi insetti, arrivati in un habitat dove non trovano predatori naturali, possono causare gravi danni all’agricoltura e mettere a repentaglio l’equilibrio dell’ecosistema.
Anche mammiferi come lo scoiattolo grigio americano destano preoccupazione. Sebbene non sia pericoloso per l’uomo, sta progressivamente sostituendo lo scoiattolo rosso autoctono, più fragile e meno adattabile. Questo fenomeno è già stato osservato in Gran Bretagna e Irlanda.
Tra i nuovi arrivi spicca anche lo sciacallo dorato, che si è stabilito autonomamente partendo dai Balcani, e il castoro, che dall’Austria si sta diffondendo verso il Friuli. Questi casi di espansione naturale possono talvolta portare a un nuovo equilibrio biologico, ma il discorso cambia per le specie introdotte volontariamente o fuggite dalla cattività.
Esemplari di uccelli tropicali, come il pappagallo Rosella, sono stati visti anche alle Colonie Padane. Allo stesso modo, nei pressi dell’Università di Pavia, una colonia stabile di Parrocchetti dal collare è ormai parte del paesaggio urbano. Altri uccelli come gli Ibis sacri, le Upupe e gli Aironi guardabuoi sono sempre più comuni nella regione.
Nel fiume Po, invece, la presenza di specie acquatiche invasive è in costante crescita. Tra queste, il famigerato siluro e i gamberi della Louisiana, responsabili di danni significativi agli ambienti fluviali.
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