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Esteri
19 Maggio 2025 - 07:45
Macron, Merz e Meloni
Alla vigilia di un confronto telefonico cruciale tra Donald Trump e Vladimir Putin, i leader europei si sono mossi in anticipo. In una telefonata a quattro, il presidente degli Stati Uniti ha discusso ieri sera del dossier ucraino con il premier britannico Keir Starmer, la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Lo ha reso noto Downing Street in una nota ufficiale diffusa nella notte.
Il colloquio si è concentrato sul conflitto in Ucraina, con particolare attenzione – si legge nel comunicato – al “costo catastrofico della guerra per entrambe le parti” e all’urgenza di trovare una soluzione politica credibile. L'iniziativa si inserisce in un momento di alta tensione diplomatica, dopo il fallimento dei negoziati tra Mosca e Kiev svoltisi venerdì in Turchia.
La telefonata congiunta è servita a consolidare una posizione comune da sottoporre a Trump prima della sua attesa chiamata di oggi con il presidente russo. I leader europei hanno ribadito la necessità di un “cessate il fuoco incondizionato” e hanno chiesto a Putin un “impegno serio nei colloqui di pace”. La linea condivisa si fonda sull’urgenza di interrompere le ostilità, scongiurare nuove escalation e riportare la questione sul tavolo diplomatico.
Ma non solo appelli alla tregua. Secondo quanto trapela da Downing Street, i vertici di Regno Unito, Italia, Francia e Germania avrebbero anche valutato l’eventualità di nuove sanzioni in caso di mancata apertura da parte del Cremlino. “Serve una risposta credibile, forte e coordinata” – è la posizione emersa – “se Mosca continuerà a eludere ogni proposta concreta per il cessate il fuoco”.
L’iniziativa diplomatica si configura come un tentativo di prevenzione rispetto alla linea che Trump potrebbe adottare nei colloqui con Putin. L’ex presidente americano – tornato alla Casa Bianca lo scorso gennaio – ha mostrato in passato posizioni ambigue sul ruolo degli Stati Uniti nel conflitto ucraino, lasciando intendere un approccio meno interventista rispetto al suo predecessore.
Per l’Europa, dunque, era cruciale fissare alcuni punti fermi prima della conversazione tra Washington e Mosca. L’unità dimostrata dai leader europei, al netto delle divergenze interne e delle sensibilità politiche differenti, appare come un segnale diretto non solo al Cremlino, ma anche all’alleato d’oltreoceano.
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