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Il giallo
19 Maggio 2025 - 18:10
Andrea Sempio e Alberto Stasi
Il caso Garlasco torna al centro dell’attenzione. Domani, martedì 20 maggio, la procura di Pavia interrogherà separatamente Alberto Stasi e Andrea Sempio, mentre Marco Poggi, fratello di Chiara, verrà ascoltato come testimone dai carabinieri a Venezia. Un triplo interrogatorio che non pare casuale, né ordinario. A distanza di quasi vent’anni dal delitto che sconvolse l’Italia.
Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi, fu condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere. L’11 aprile scorso ha ottenuto la semilibertà. Andrea Sempio, amico intimo di Marco Poggi, era stato indagato nel 2017 e successivamente archiviato: il suo nome è riemerso a marzo, quando è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio in concorso. Una svolta clamorosa, se si considera che la sentenza di condanna di Stasi escludeva categoricamente la presenza di complici. Ora, invece, l’ipotesi di più persone sulla scena del crimine torna a farsi strada.
La scelta di ascoltare contemporaneamente i tre protagonisti — seppur in luoghi diversi — appare strategica. Gli investigatori vogliono evitare qualsiasi scambio di informazioni, fughe di notizie o possibili “revisioni” delle versioni precedenti. A rendere ancora più intrigante il quadro, c’è il fatto che la procura di Pavia si sia mossa prima ancora di ricevere gli esiti dell’incidente probatorio previsto per settembre, così come delle analisi sui dispositivi elettronici e i documenti sequestrati di recente.
L’interrogatorio di Sempio potrebbe ripartire dai punti critici mai del tutto chiariti: il DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima, le tre misteriose telefonate alla casa di Chiara nei giorni in cui era sola, e il biglietto del parcheggio — rinvenuto una settimana dopo l’omicidio ma consegnato alle autorità solo un anno più tardi. “Anomalie” note agli atti, ma che oggi potrebbero assumere un nuovo significato alla luce delle indagini in corso.
La convocazione a stretto giro dai recenti sviluppi giudiziari, in particolare l’estensione delle analisi genetiche, lascia intravedere un cambio di passo. Qualcuno parla già di un “asso nella manica” della procura: potrebbe trattarsi di un’intercettazione mai rivelata o di un dettaglio apparentemente insignificante, ma capace di incrinare certezze consolidate. Dopo 18 anni, il delitto di Garlasco potrebbe non aver ancora detto l’ultima parola.
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