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A Trecastagni nasce il primo apiario indoor d’Europa: un’esperienza unica per cenare immersi tra le api

Nel cuore dell’Etna, sette arnie di vetro permettono di osservare da vicino la vita delle api tutto l’anno, promuovendo conoscenza e sostenibilità in un ambiente protetto.

A Trecastagni nasce il primo apiario indoor d’Europa: un’esperienza unica per cenare immersi tra le api

In occasione della Giornata mondiale delle api, che si celebra oggi 20 maggio, torna in primo piano il rapporto tra tutela ambientale e sopravvivenza di questi insetti fondamentali. La data scelta non è casuale: coincide con la nascita di Anton Janša (1734-1773), pioniere dell’apicoltura moderna. Sloveno, figlio di una famiglia con oltre cento alveari, Janša combinò la sua passione per le api con un talento artistico, rivoluzionando l’apicoltura con nuovi design per le arnie, tecniche migliorate per la raccolta del miele di grano saraceno e una comprensione approfondita del ruolo di fuchi e api regine, cui dedicò un manuale tuttora celebre. La sua opera fu così apprezzata da essere nominato insegnante ufficiale di apicoltura presso la corte asburgica di Vienna, e i suoi scritti divennero testo di riferimento in tutto l’Impero.

Proprio per celebrare il suo contributo, l’associazione slovena degli apicoltori, con il supporto della Repubblica di Slovenia, ha promosso la Giornata mondiale delle api alle Nazioni Unite, istituita il 20 maggio.

In questa stessa giornata, a Trecastagni, sull’Etna, verrà inaugurato il primo apiario indoor d’Europa, all’interno del Rifugio delle Api, ideato da Basilio Busà, biologo e apicoltore. Busà ha creato sette arnie in vetro ospitate in un edificio che consente a circa 140.000 api di vivere tutto l’anno in condizioni stabili. I visitatori potranno osservare le api da vicino mentre degustano vino e prodotti tipici, accompagnati dal suono rilassante del loro ronzio e dalla luce di candele artigianali realizzate con cera d’api.

«Il nostro scopo è offrire un’esperienza autentica per entrare nel mondo delle api, non solo come attrazione turistica ma come occasione di studio e osservazione quotidiana – spiega Busà. Ogni arnia è come un quadro vivo, con attività e comportamenti che variano continuamente. Abbiamo anche un’arnia a misura di bambino per favorire il coinvolgimento delle nuove generazioni. Vogliamo far riscoprire l’importanza dei profumi e dei suoni delle api, e aiutare le persone a superare la paura ancestrale di questi insetti. Qui si può osservare e fotografare in sicurezza, senza rischi né disturbi alle api, che restano sempre creature selvatiche».

Busà evidenzia anche il peso dei cambiamenti climatici sull’apicoltura. «Quest’anno la situazione è migliorata, le arnie sono piene, ma il clima continua a mutare, e non sempre in meglio. L’aumento delle precipitazioni fa parte di questo scenario, ma la tendenza generale resta quella di temperature in crescita e desertificazione, soprattutto in Sicilia. Questa buona annata non deve farci abbassare la guardia: la strada da percorrere per proteggere le api è ancora lunga».

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