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Giornata Mondiale
20 Maggio 2025 - 06:00
Ogni anno, il 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api, istituita ufficialmente il 20 dicembre 2017 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Una scelta non casuale: il 20 maggio è anche la data di nascita di Anton Janša, pioniere sloveno dell’apicoltura moderna, simbolo dell’importanza storica e culturale delle api per l’umanità.
Perché è stata istituita?
L'istituzione della giornata risponde a un'allerta globale: il drammatico declino delle api e degli altri impollinatori, sollevato dal Rapporto IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) pubblicato nel 2016. Il documento sottolineava che un numero crescente di specie è a rischio di estinzione a causa di:
distruzione e frammentazione degli habitat naturali,
uso intensivo di pesticidi,
cambiamenti climatici,
introduzione di specie invasive e patogeni,
agricoltura intensiva e paesaggi semplificati,
malattie e parassiti, come la Varroa destructor o la Vespa velutina.
Le api, insieme a vespe, farfalle, coleotteri, uccelli e persino alcuni mammiferi, sono essenziali per la riproduzione delle piante. L’88% delle piante selvatiche da fiore e circa il 75% delle colture alimentari globali dipendono dall’impollinazione animale. In Europa, l’80% delle specie coltivate beneficia direttamente del lavoro instancabile degli impollinatori.
Senza il loro contributo, la nostra sicurezza alimentare sarebbe gravemente compromessa. Il valore annuo dell’impollinazione animale è stimato tra i 235 e i 577 miliardi di dollari a livello mondiale.
Le api in numeri
Oltre 20.000 specie di api nel mondo, in gran parte selvatiche.
L’ape mellifera è la più conosciuta e allevata per miele, cera, pappa reale e propoli.
In UE: 17 milioni di alveari, 600.000 apicoltori e 250.000 tonnellate di miele all’anno.
In Italia: 65.000 apicoltori, quasi 2 milioni di alveari e 25.000 tonnellate di miele.
Celebrare la Giornata Mondiale delle Api non è solo un gesto simbolico. È un'occasione per riflettere sul nostro modello di sviluppo e ripensare il rapporto tra uomo e natura, ricordandoci che senza impollinatori non c'è futuro né biodiversità, né cibo, né vita.
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