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IL CASO
25 Maggio 2025 - 20:45
In Italia, nel 2024, 8.143 bambini e adolescenti sono scomparsi nel nulla. Di questi, 5.773 erano stranieri, spesso arrivati nel nostro Paese senza familiari, ospiti temporanei di comunità e centri di accoglienza. Solo il 49% è stato ritrovato. L’altra metà resta nel limbo dell’invisibilità, nel buio delle statistiche. «È una vera e propria piaga sociale», denuncia Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, in occasione della Giornata mondiale dei minori scomparsi. «Non se ne parla, non interessa a nessuno, nemmeno a livello politico. Eppure ogni sparizione è un grido che non viene ascoltato». Caffo, da decenni in prima linea nella tutela dei più piccoli, sottolinea quanto sia cruciale creare occasioni di confronto e sensibilizzazione.
Dietro a ogni scomparsa può nascondersi un dramma fatto di sfruttamento sessuale, lavoro forzato, tratta di esseri umani. «Ho visto coi miei occhi – racconta Caffo – cosa è accaduto ai confini tra Ucraina e Polonia dopo l’invasione russa: pullmini pieni di bambini, accompagnati da adulti sconosciuti. Alcuni venivano da orfanotrofi, altri erano stati separati dalle famiglie. Secondo Kiev, oltre 26.000 minori sarebbero stati deportati. Ma temo che il numero reale sia molto più alto». Il dramma non riguarda solo le zone di guerra. Anche in Italia, nei centri di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, le sparizioni sono quotidiane. E spesso passano sotto traccia. «Succede che i ragazzi lascino la struttura e la denuncia venga presentata con ore o giorni di ritardo. Si pensa che torneranno, che si siano solo allontanati. Ma molte volte non è così. E ogni ritardo rende le ricerche più difficili, se non impossibili».
Dal 2009, Telefono Azzurro gestisce il numero di emergenza europeo 116000, un canale dedicato alle segnalazioni di minori scomparsi. Ma il solo strumento non basta. «Serve una rete coordinata, veloce, efficiente. E servono strumenti tecnologici per garantire ai bambini un’identità certa, riconoscibile ovunque. Perché se un minore non ha documenti, può finire ovunque. Nelle mani sbagliate, spesso». Dietro le scomparse, infatti, si muovono interessi criminali. «C’è un mercato globale dei minori – denuncia Caffo – e chi lucra su questo traffico non ha scrupoli. I bambini vengono considerati merce. Si vendono, si sfruttano, si annullano». Guerre, povertà, catastrofi naturali: ogni crisi è una nuova opportunità per chi traffica in vite umane. Serve il coraggio di rompere il silenzio – insiste Caffo – anche se significa toccare grandi interessi. Bisogna ascoltare i bambini, dare loro voce. E garantire giustizia. Chi commette crimini contro i minori va fermato. E le pene devono essere esemplari».
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