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Guerra Ucraina

Merz: “Ci difendiamo da una minaccia, Putin non mostra alcun interesse alla tregua"

Il cancelliere tedesco annuncia un cambio di passo sull’invio di armi. Mosca replica: “Decisione pericolosa, il processo di pace è in stallo”

Merz: “Ci difendiamo da una minaccia, Putin non mostra alcun interesse alla tregua"

Friedrich Merz (fonte Lapresse)

Dalla capitale finlandese, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato un significativo inasprimento della linea occidentale: le armi fornite all’Ucraina da parte di Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti potranno essere impiegate senza più limiti di gittata, aprendo quindi la possibilità di colpire anche in profondità nel territorio russo.

Noi siamo minacciati e ci difendiamo. Non deve esserci alcun dubbio sul fatto che noi ci difenderemo”, ha dichiarato Merz durante una conferenza stampa a Helsinki. Il cancelliere ha inoltre sottolineato l’assenza di segnali di apertura da parte del Cremlino: “Se Putin non accetta neanche la mediazione del Vaticano, vuole dire che non mostra alcun interesse a una tregua”.

Non si è fatta attendere la risposta di Mosca. Il portavoce del presidente russo, Dmitri Peskov, ha definito la decisione occidentale "piuttosto pericolosa" e in netto contrasto con ogni sforzo di negoziato: “Queste potenziali decisioni, se mai venissero effettivamente prese, sono in assoluto contrasto con le nostre aspirazioni a raggiungere una soluzione politica”, ha dichiarato Peskov, sottolineando il rischio di una nuova escalation sul campo.

Il portavoce ha inoltre puntato il dito contro Kiev, accusandola di aggravare la situazione con attacchi continui al territorio russo mediante droni. “Come minimo, non contribuiscono a fare avanzare il processo di pace”, ha detto, pur riconoscendo che la trattativa è estremamente complessa. “È chiaro che vorremmo che tutto avvenisse più presto, ma la materia relativa alla soluzione delle cause di fondo del conflitto ucraino è così complessa che c'è bisogno di tempo. Il lavoro procede”, ha aggiunto Peskov, lasciando intendere che, almeno formalmente, il Cremlino non esclude ancora del tutto una via diplomatica.

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