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L'approfondimento

Carceri, Antigone: anno nero per suicidi e minori dentro

Il report dell'associazione mette in luce anche una grave emergenza educatori, solo uno ogni 64 detenuti

Carceri, Antigone: anno nero per suicidi e minori dentro

Un tasso medio di affollamento del 133%, 91 suicidi solo nel 2024: l'anno con più morti in carcere di sempre, a cui si aggiunge anche un'altra voce, ovvero la presenza di appena un educatore ogni 64 detenuti. Questo lo spaccato delle carceri italiane documentati dall'associazione Antigone attraverso il report "Senza Respiro". Ad aggravare la situazione un ulteriore dato, l'aumento dei giovani nelle carceri minorili, che rispetto a due anni fa, segna un +54%, numero condizionato dall'approvazione del decreto Caivano.

A denunciare la situazione è direttamente la presidente di Antigone, Patrizia Gonnella, che attraverso il report dell'associazione lancia l'allarme. A testimoniare l'emergenza sovraffollamento è il dato di aprile di quest'anno, che conta 62.445 i detenuti, su una capienza regolamentare delle carceri di 51.280 posti, con un crescita di 5mila unita in due anni. In Italia solo 36 carceri su 189 non sono sovraffollate, mentre 58 hanno invece un tasso superiore al 150%. Il documento di Antigone mette sotto la lente di ingrandimento anche la salute mentale dei reclusi: rispetto al 2023, l'autolesionismo è aumentato del 4,1%. Negli istituti viene fatto un uso diffuso di terapie psicofarmacologiche: il 44,25% dei ristretti fa uso di sedativi o ipnotici, mentre il 20,4% utilizza stabilizzanti dell'umore, antipsicotici e antidepressivi.

Dal report emerge anche la scarsità degli spazi comuni: «In 40 istituti, pur essendoci una biblioteca, questa non è accessibile come spazio comune. In 4 istituti visitati su 95 non c’erano spazi esclusivamente dedicati alla scuola, 2 dei 4 erano case di reclusione - compare dal report - In 20 dei 95 istituti visitati non c’erano spazi per le lavorazioni. In 12 non vi erano spazi dedicati alla socialità all'interno delle sezioni detentive, mentre in 24 non vi erano aree di passeggi esclusive per ciascuna sezione detentiva».

All'interno dei penitenziari sembrano mancare le figure di sostegno per i reclusi, infatti sarebbero solo 963 gli educatori presenti, con una media di uno ogni 64, con una bassa presenza di mediatori culturali, a fronte di una percentuale di detenuti stranieri che si aggira attorno al 32%. Anche il numero delle figure legate alla direzione delle carceri è negativo, infatti ne mancherebbero 96.

L'incremento dei giovani all'interno delle carceri minorile, come detto in precedenza, è condizionato dal decreto Caivano, così come condizionato è il numero, il 54%: prima della sua entrata in vigore infatti, i minori che venivano arrestati, e per cui veniva scelta la misura cautelare della detenzione, potevano scontare tutta la loro pena all'interno dell'istituto penitenziario per i minori (ipm), mentre invece adesso, al compimento della maggiore età, vengono trasferiti nelle strutture carcerarie per adulti.

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