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Il Venezuela arresta il colonnello russo Frolenko: tensioni diplomatiche tra Caracas e Mosca

Román Frolenko, presidente della Camera di Commercio russo-venezuelana, fermato dagli 007 per aver agito senza il placet dell’ambasciata russa

Il Venezuela arresta il colonnello russo Frolenko: tensioni diplomatiche tra Caracas e Mosca

Roman Frolenko

Il colonnello Román Frolenko, figura di rilievo nei rapporti economici tra Russia e Venezuela, è finito dietro le sbarre a Caracas. A condurre l’arresto sono stati gli agenti della Direzione generale del controspionaggio militare del Venezuela (Dgcim), che hanno agito in seguito a un clamoroso episodio di rappresentanza non autorizzata.

Frolenko, che ricopre la carica di presidente della Camera di Commercio Russo-Venezuelana, aveva partecipato l’8 maggio a una cerimonia pubblica nel quartiere popolare 23 de Enero della capitale, dove ha inaugurato un monumento al Soldato Ignoto. L’evento, organizzato per commemorare l’ottantesimo anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista, ha visto la partecipazione di deputati del fronte chavista e influencer locali. Ma a mancare, in maniera evidente, era la presenza dell’ambasciatore russo in Venezuela, Serguéi Mélik-Bagdasárov.

Proprio questa assenza ha fatto scattare l’allarme a Mosca. Il gesto di Frolenko è stato interpretato come un’ingerenza indebita nelle funzioni diplomatiche ufficiali. Il ministero degli Esteri russo a Caracas ha sporto formale protesta per “usurpazione delle funzioni di rappresentanza”.

Il 15 maggio scorso, in seguito alla denuncia diplomatica, gli agenti della Dgcim hanno tratto in arresto il colonnello, ma la notizia è rimasta sotto silenzio fino a oggi, quando il sito d’informazione Infobae ha rivelato il caso. A rafforzare la risonanza dell’episodio ha contribuito anche la diffusione virale dell’inaugurazione sui social, in particolare su TikTok.

Attualmente Frolenko è detenuto a Caracas, ma le autorità non hanno ancora chiarito se sarà rimpatriato in Russia o se resterà sotto la custodia dei servizi di controspionaggio venezuelani. La vicenda rischia ora di mettere in imbarazzo non solo il governo Maduro, alleato storico di Mosca, ma anche il Cremlino, che si ritrova con uno dei suoi uomini chiave dietro le sbarre proprio in un Paese amico.

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