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Ucraina-Russia, Mosca propone nuovi negoziati il 2 giugno

Kiev: sì, ma attende il memorandum

Ucraina-Russia, Mosca propone nuovi negoziati il 2 giugno

Foto d'archivio

La Russia ha proposto un secondo round di negoziati diretti con l’Ucraina da tenersi il 2 giugno a Istanbul. L’annuncio è stato fatto da Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa, che ha dichiarato: “Siamo pronti ad avviare una discussione sostanziale su ciascuno dei punti di un accordo per un futuro cessate il fuoco”. L’obiettivo sarebbe illustrare ufficialmente un memorandum contenente le proposte di Mosca per un eventuale processo di pace.

L’Ucraina ha accolto con cautela l’invito, confermando di essere disposta a partecipare a nuovi colloqui, ma ha posto una condizione preliminare: ricevere prima il testo del memorandum. Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha spiegato che Kiev intende valutare il documento prima dell’incontro, per garantire che il confronto sia efficace e non meramente formale.

Secondo fonti citate da Reuters, le condizioni avanzate dalla Russia per la cessazione del conflitto includerebbero l’impegno scritto da parte dei leader occidentali a fermare l’espansione della NATO verso est, la neutralità dell’Ucraina, la protezione delle minoranze russofone nel Paese e la revoca di alcune sanzioni imposte dall’Occidente. Mosca chiede inoltre una soluzione per la questione dei beni sovrani russi attualmente congelati.

Una fonte russa ha dichiarato che il presidente Putin “è pronto a fare la pace, ma non a qualsiasi prezzo”, lasciando intendere che Mosca non sarebbe disposta a concessioni unilaterali.

L’ipotesi di un vertice trilaterale tra Donald Trump, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky – avanzata da Kiev – è stata respinta sia da Mosca sia dall’ex presidente statunitense. Trump ha dichiarato: “In due settimane sapremo se Putin ci sta prendendo in giro o no”, esprimendo scetticismo dopo i recenti attacchi russi, definiti “un sabotaggio nel mezzo del negoziato”. Anche l’attuale presidente USA ha escluso la possibilità di un simile vertice, ritenendolo ormai tardivo.

Sul fronte europeo, si segnala un cambiamento di rotta della Germania. Il cancelliere Friedrich Merz, dopo un incontro con il presidente ucraino Zelensky, ha annunciato l’intenzione di aumentare il supporto militare a Kiev “senza restrizioni”, compresa l’assistenza alla produzione di missili a lunga gittata. Una posizione che ha suscitato la reazione di Mosca: il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha criticato Berlino, auspicando che “politici ragionevoli fermino la follia di coinvolgere la Germania nel conflitto”.

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