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Politica
01 Giugno 2025 - 07:30
Macron e Meloni
Una cena a Roma per spegnere le scintille. Emmanuel Macron ha accettato l’invito di Giorgia Meloni e sarà nella capitale martedì, per quello che i media francesi chiamano già “il faccia a faccia della riconciliazione”. Dopo settimane di frizioni e frecciate a distanza, il presidente francese e la premier italiana scelgono il dialogo. Non solo per archiviare i dispetti, ma per affrontare insieme un timore condiviso: la posizione di Donald Trump e il suo disimpegno su dossier cruciali come l’Ucraina.
Dietro i sorrisi di circostanza, c’è la necessità strategica di mostrarsi compatti. Con l’approssimarsi del G7, del vertice NATO e del Consiglio europeo, Roma e Parigi cercano un fronte comune per “tenere agganciato” l’attuale presidente americano e non perdere l’influenza statunitense in Europa. Ma il vento che soffia da Washington preoccupa tutti.
Il disgelo, secondo fonti vicine al dossier, è cominciato con un colloquio telefonico dopo l’incidente diplomatico a Tirana, dove Macron e Meloni si erano scontrati sull'esclusione dal vertice dei “volenterosi”. È stato proprio il presidente francese a fare il primo passo, proponendo la visita a Roma “perché è nel suo ruolo riunire gli europei e perché ha a cuore lavorare con lei”, ha riferito l’Eliseo.
Le divergenze, però, non si cancellano con un brindisi. In cima all’agenda ci sono nodi sensibili: la gestione dei flussi migratori, la competitività industriale e alcuni dossier economici spinosi come il caso Stmicroelectronics e il legame Generali-Natixis. Tuttavia, Meloni ha smorzato i toni: “Italia e Francia sono due nazioni amiche, alleate, con posizioni convergenti su moltissimi dossier”. Anche se, ha aggiunto, “i leader discutono, a volte anche animatamente”.
La cena romana sarà quindi una tappa chiave per “ricostruire la fiducia” e, forse, per gettare le basi di un nuovo vertice intergovernativo tra Italia e Francia. L’ultimo si è tenuto a Napoli nel 2020, mentre nel 2021 a Roma fu firmato il Trattato del Quirinale. Ora tocca a Parigi l’organizzazione del prossimo.
Nel frattempo, l’agenda bilaterale resta fitta: oltre alle tensioni industriali e al dossier migranti, si discuterà anche di Medio Oriente, con l’imminente conferenza di New York sulla soluzione dei due Stati, promossa da Francia e Arabia Saudita.
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