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Autovelox, scatta la stretta dal 12 giugno: multe a rischio caos e comuni sotto osservazione

Assoutenti avverte: senza omologazione valide, raffica di ricorsi. Nuove regole su distanze e controlli dei Prefetti

Autovelox, scatta la stretta dal 12 giugno: multe a rischio caos e comuni sotto osservazione

Foto di repertorio

L’estate 2025 potrebbe trasformarsi in un campo minato per automobilisti e amministrazioni locali: a lanciare l’allarme è Assoutenti, che segnala l’imminente entrata in vigore – dal 12 giugno – delle nuove regole sugli autovelox, con il rischio concreto di caos normativo e ondate di ricorsi.

Sotto accusa la mancanza di un decreto chiaro sull’omologazione degli apparecchi. “In assenza di regole certe – avverte il presidente Gabriele Melluso – si rischia il caos sulle strade delle vacanze, con gravi conseguenze sia per la sicurezza stradale che per le finanze dei comuni.” Le località turistiche, dalle Dolomiti al Salento, potrebbero trovarsi improvvisamente prive di dispositivi attivi, visto che i comuni saranno obbligati a disattivare gli autovelox non omologati.

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha stabilito che l’approvazione ministeriale non è equiparabile all’omologazione, rendendo nulle le multe emesse da apparecchi privi della certificazione richiesta. E questo potrebbe aprire la strada a una valanga di contestazioni.

Dal 12 giugno, inoltre, entra definitivamente in vigore la nuova regolamentazione varata lo scorso anno dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le amministrazioni non potranno più installare autovelox indiscriminatamente: dovranno rispettare distanze minime tra una postazione e l’altra e ottenere il parere dei Prefetti, che valuteranno la reale necessità in base ai criteri stabiliti dalla normativa.

Una novità importante riguarda anche la destinazione delle risorse derivanti dalle sanzioni. Grazie all’insediamento dell’Osservatorio sulle multe stradali, sarà possibile verificare se i proventi vengono effettivamente investiti nella sicurezza stradale e nella manutenzione delle infrastrutture, come previsto dalla legge, e non usati per coprire i buchi di bilancio.

Una svolta attesa da tempo, ma che senza un intervento immediato sul fronte delle omologazioni rischia di mettere a dura prova l’intero sistema di controllo stradale nei mesi più critici dell’anno.

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