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Trump accoglie altri rifugiati afrikaner: ma chi sono?

Nove nuovi arrivi dal Sudafrica. Concesso lo status di rifugiati a una minoranza bianca non riconosciuta come perseguitata

Trump accoglie altri rifugiati afrikaner: ma chi sono?

L'amministrazione Trump accoglie i rifugiati Afrikaners

Negli Stati Uniti è arrivato un secondo gruppo di afrikaner, la popolazione di origine europea che rappresenta una parte della minoranza bianca del Sudafrica. Il presidente Donald Trump ha concesso loro lo status di rifugiati politici, sostenendo che siano vittime di persecuzioni da parte del governo sudafricano, a guida nera fin dalla fine dell’apartheid. Il primo gruppo, composto da 59 persone, era sbarcato il 12 maggio scorso. La seconda ondata – nove individui – è arrivata la scorsa settimana, ma la notizia è stata diffusa solo lunedì da un’associazione attivista che rappresenta gli afrikaner.

La decisione ha suscitato numerose polemiche, sia a livello nazionale che internazionale. Secondo numerosi analisti, non esistono evidenze oggettive che confermino uno scenario di persecuzione sistemica contro la minoranza bianca in Sudafrica. I dati su violenze a sfondo razziale non supportano la narrazione promossa da Trump e da alcuni settori della destra americana, che parlano di una presunta “pulizia etnica” nei confronti degli afrikaner, spesso citando episodi isolati fuori contesto.

Ma il vero punto critico riguarda la disparità di trattamento. Mentre l’amministrazione Trump continua a chiudere le porte a profughi provenienti da zone di guerra o da contesti di violenza documentata – come Siria, Yemen, Sudan o Afghanistan – e a innalzare barriere legali per i richiedenti asilo dall’America Latina, l’apertura verso gruppi selezionati, e prevalentemente bianchi, appare ideologica e fortemente politicizzata. «Concedere asilo agli afrikaner – ha dichiarato un esperto dell’UNHCR – senza prove credibili di persecuzione, mina la credibilità del sistema internazionale di protezione umanitaria».

Il governo sudafricano, da parte sua, ha più volte rigettato le accuse statunitensi, definendo le affermazioni di Trump “razziste, infondate e offensive”. Il timore, da parte delle autorità di Pretoria, è che questa scelta alimenti narrative pericolose sul piano diplomatico e interno.

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